La Energa non ha più a disposizione i terreni per costruire il contestato biodigestore in località Camposaragna (Isola del Cantone) ma la Regione Liguria tira dritto e approva l’ultimo atto di sua competenza per l’attivazione dell’impianto di trattamento rifiuti previsto a ridosso dello Scrivia. Nei giorni scorsi il sindaco di Isola, Giulio Assale, aveva dato per morto il progetto dopo che il proprietario dell’area aveva ceduto ad altri i terreni dove la società genovese voleva realizzare l’impianto da 33 mila t annue di rifiuti. Al posto della centrale il sito dovrebbe essere utilizzato per abbancare terre e rocce da scavo, non si sa per altro di che provenienza, da parte di un’impresa di trasporti di Busalla.
Il problema però è un altro: la Regione Liguria, nonostante Energa non abbia più a disposizione i terreni, ha rilasciato lo stesso l’autorizzazione paesaggistica, passaggio fondamentale verso l’ok finale, che spetta però alla Città metropolitana di Genova, l’ex Provincia. “Quasi in contemporanea con l’annuncio del sindaco di Isola – spiegano dall’associazione isolese ambientalista (Aia) -, abbiamo appreso, da fonti esterne a Comune e Regione, che gli uffici regionali, dopo la Valutazione di Impatto Ambientale (Via) positiva concessa a dicembre 2016, hanno rilasciato, in data il 28 luglio scorso, l’autorizzazione paesaggistica. La verifica della titolarità in capo a Energa dell’area interessata, elemento che era ritenuto necessario per l’ottenimento di questo atto come esplicitamente dichiarato dalla Regione stessa l’8 marzo scorso, è stata “inspiegabilmente” demandata alla Città Metropolitana nell’ambito del procedimento di autorizzazione unica. Pertanto, la Regione Liguria, per quanto di sua competenza, ha dato pieno via libera alla realizzazione del progetto”.
Toti e la maggioranza ligure di centrodestra non sono nuovi a blitz del genere nella vicenda del biodigestore: lo scorso anno gli assessori leghisti della giunta avevano assicurato la loro opposizione al progetto salvo poi votare a favore della Via. “A questo punto – dicono ancora dall’Aia – chiediamo con forza ai Comuni di Isola del Cantone e di Arquata Scrivia di ricorrere prontamente al Tar anche contro quest’ultima ulteriore autorizzazione, come già fatto contro la Via. Esortiamo il sindaco a informare la cittadinanza circa i dettagli del progetto della nuova proprietà (l’abbancamento di rocce, ndr) e gli orientamenti autorizzativi dell’amministrazione comunale”. I Comuni alessandrini sono schierati contro il progetto poichè temono l’inquinamento dello Scrivia e degli acquedotti. contrarie anche le amministrazioni liguri della valle Scrivia.