La famiglia del boss della ‘ndrangheta Bruno Pronestì ha dovuto sborsare 45 mila euro per riavere i beni che lo Stato ha confiscato a quello che la Corte di Cassazione, nel 2015, ha riconosciuto come il capo della “locale” ‘ndranghetista del basso Piemonte, scoperta nel 2011. L’uomo, ufficialmente un imbianchino, era stato condannato a 7 anni e 6 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione “Albachiara”. Nel 2012 erano stati sequestrati a Pronestì, oggi 73enne, beni per 1 milione di euro, fra i quali una quota della villa dove abitava, a Levata, frazione di Bosco Marengo, in via Emilia. Successivamente è arrivata la confisca in quota, cioè solo della parte della villa appartenente al boss. Per legge, i beni confiscati devono poi essere assegnati ad associazioni o enti pubblici per scopi sociali, come è avvenuto per la villa dell’altro boss della ‘ndrangheta, Antonio Maiolo, a Sale, e per cascina Saetta, proprio a Bosco Marengo. Difficile concludere un’operazione del genere in un caso del genere: Pronestì era proprietario di un terzo ciascuno di tre appartamenti, di un garage e di un locale ripostiglio. Così, nel procedimento di esecuzione che si è svolto in tribunale ad Alessandria, sia il pubblico ministero, sia l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sia, infine, il giudice, non si sono opposti alla richiesta delle figlie di Pronestì di acquistare le quote confiscate per un valore di 45 mila euro, secondo la perizia disposta dal giudice. Le due donne hanno potuto concludere l’operazione poiché non hanno nulla a che fare con le attività illecite del padre. L’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata attende altri 16 mila euro dai Pronestì come indennità dovuta dall’occupazione dei beni dalla data della confisca in poi. I familiari di Pronestì hanno infatti abitato negli appartamenti in attesa della definizione del procedimento di esecuzione. La questione è oggetto di un altro procedimento.