Due paesi della Val Lemme cercano di tutelare i servizi che non solo i privati ma anche lo Stato, attraverso le sue società “pubbliche”, rischia di far mancare. A Bosio sono direttamente i cittadini a metterci la faccia, con due petizioni avviate nei giorni scorsi. La prima è indirizzata a Poste Italiane. Qui come in tante altre realtà la società ha deciso di ridurre l’orario di apertura dell’ufficio postale alle sole mattine di martedì, giovedì e sabato, orario considerato insufficiente dalla popolazione. La gente, anziani compresi, deve così rimanere fuori dall’ufficio, in mezzo alla strada, sotto la pioggia o la neve, spesso per parecchio tempo. Per questo, con la petizione i cittadini chiedono a Poste Italiane il ripristino dell’apertura dello sportello in tutti i giorni lavorativi e che venga organizzato un sistema di attesa al caldo e al riparo. Una situazione simile nei mesi scorsi ha riguardato l’ufficio postale di Vignole Borbera: le proteste, anche tramite i mass media, del sindaco Teti hanno portato Poste Italiane a rivedere almeno in parte la riduzione delle aperture settimanali.

Un’immagine di Bosio

A Bosio i firmatari della petizione annunciano che, se dovranno continuare ad andare in altri paesi per usufruire dei servizi potali e bancari di Poste Italiane, sposteranno i loro conti in altri istituto di credito. A proposito di banche, sempre a Bosio è stata avviata una seconda petizione, stavolta rivolta al BancoBPM S.p.A. di Milano, titolare dello sportello del paese. “La nostra comunità- recita la petizione – è preoccupata per la voce di una ipotizzata chiusura della vostra filiale, unica banca in paese. Si tratterebbe di un disservizio grave per tutti noi. Costretti a recarci a Gavi, cambieremmo sicuramente anche istituto di credito per i nostri conti. Vi chiediamo quindi di mantenere la filiale storicamente presente in paese”. Anche a Voltaggio ci sono disagi a causa dell’ufficio postale. Qui è stata l’amministrazione comunale a muoversi con Poste Italiane per farle rivedere le sue scelte: come a Bosio, stop all’apertura quotidiana dell’ufficio di piazza Garibaldi, disponibile solo martedì, giovedì e sabato, con code all’aperto per gli utenti, con molti ultrasessantacinquenni.

Uno scorcio di Voltaggio

Poste Italiane ha risposto che la riduzione dell’orario è una scelta legata all’emergenza sanitaria e che comunque ci sono altri uffici postali nei paesi vicini. “Il progressivo aggravarsi delle condizioni generali – ha scritto Poste Italiane – non ha purtroppo permesso la realizzazione del piano di estensione delle giornate di apertura di molti uffici postali sull’intero territorio nazionale.
Nell’attuale status emergenziale infatti, le misure previste dall’azienda hanno carattere precauzionale e sono state introdotte con l’obiettivo prioritario di garantire la tutela della salute dei lavoratori e dei clienti di Poste Italiane.
Ciascun cliente è invitato ad entrare negli uffici postali esclusivamente per il compimento di operazioni essenziali e indifferibili. Per ridurre i disagi di alcune delle persone più fragili delle nostre comunità e in analogia con quanto avvenuto nei precedenti mesi di gestione della pandemia, è stata prevista un’erogazione anticipata dei
ratei pensionistici, la cui riscossione è avvenuta seguendo un’attenta programmazione degli accessi”. In sostanza, i cittadini faranno code all’aperto chissà per quanto tempo ancora se non per sempre.