E’ scontro tra l’Unione montana dal Tobbio al Colma e il curatore fallimentare della società Cantina di Montagna Alto Monferrato, ex gestore del centro di vinificazione della Comunità a Lerma. Un anno fa la società è fallita dopo circa vent’anni di attività e una spesa di almeno un milione di euro pubblici per la costruzione della struttura e per l’acquisto delle attrezzature. Creata nel 2002 dall’allora Comunità montana Alta Val Lemme Alto Ovadese, voleva essere una cantina totalmente pubblica a servizio dei viticoltori dell’Ovadese, alla ricerca di un rilancio del Dolcetto. I vari cda non sono stati in grado di farla funzionare e così nel 2019 è arrivato il fallimento decretato dal tribunale. Ci sono da pagare, tra l’altro, vari viticoltori che conferivano le uve Il curatore fallimentare, per cercare di ripagare i debiti, ora vuole liquidare ovviamente più beni possibile, comprese tutte le attrezzature presenti nei locali.

La cantina di Lerma

Si tratta di vasche di metallo, bottiglie, strumenti per la vinificazione e altro. L’Unione montana, subentrata alla Comunità, sin dalla dichiarazione del fallimento aveva esibito le delibere dell’ex Comunità montana che dimostravano l’acquisto dell’attrezzatura e le fatture ma la proprietà non viene considerata certa. Così l’ente di Bosio rischia di rimetterci parecchi soldi. “La Cantina di Montagna Alto Monferrato è una società, la Comunità montana e oggi dall’Unione montata sono un’altra cosa – dice Franco Ravera, vicepresidente dell’Unione -. La società era senz’altro totalmente pubblica ma giuridicamente differente dai due enti, proprietari dell’edificio e dei beni al suo interno, acquistati con delibere e fatture. La società, che operava in comodato, non ha potuto vendere quei beni proprio perché non erano suoi”. L’avvocato Giovanni Sardi è stato incaricato di presentare al tribunale una verifica dei crediti e un’istanza di rivendica dei beni