Un paese che da decenni soffre lo spopolamento ma che guarda lo stesso al futuro grazie alla sua unica grande ricchezza, il territorio. A Carrega Ligure l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Guerrini punta molto sul Parco dell’Alta Val Borbera, sostenuto da oltre 800 firme, per il quale si attende l’ok dalla Regione e, in vista di questa novità che potrà davvero dare un futuro a quest’area della provincia, il Comune ha pensato bene di recuperare un evento che per decenni è stato un riferimento per gli allevatori della zona delle Quattro province, l’antica Fiera di Carrega. Nessun revival all’insegna dei tempi andati ma un evento che guarda avanti, cioè verso il Parco. “La fiera – spiega il primo cittadino – si è svolta fino a circa quindici anni fa davanti alla chiesa di Carrega, in forma ridotta. In precedenza si è sempre tenuta sui prati intorno al paese. A settembre torneremo là con una mostra di bestiame bovino, cavalli e asini, con un pranzo sui prati preparati dai ristoratori della valle. Soprattutto, organizzeremo un incontro sul Parco, dedicato, tra l’altro, alla filiera del legno e al microcredito per i giovani imprenditori del settore agricolo”. Quel giorno sarà anche presentato un book con le immagini delle feste che si svolgono nei paesi della Quattro province, con i suonatori di flauto e fisarmonica.

L’altra importante iniziative legata sempre al Parco è l’acquisizione di 41 particelle catastali da parte della coop agricola Daglio, fondata nel 1977 nella frazione di Carrega e posta in liquidazione dal 1998. Il commissario, Fulvio Astori di Alessandria, ha tentato di venderli all’asta senza successo, fatto che ha impedito, finora, di chiudere la liquidazione. Così ha proposto la cessione gratuita al Comune, che ha accettato proprio in vista dell’istituzione dell’area protetta. L’ente ha anche accolto, sempre gratuitamente, la proposta di diventare titolare di altre 39 particelle da parte di tre proprietari, anche in questo caso quasi tutti terreni, boschivi, agricoli e prati, a Magioncalda. I prati della coop e questi ultimi possono ssere un’opportunità, come è successo a Capanne di Marcarolo (Bosio), nel Parco omonimo: i prati da pascolo di alcune cascine sono stati salvati dall’abbandono grazie ai soldi della Regione, sia per una questione paesaggistica sia per tutelare farfalle e altre specie che verrebbero a mancare con la diffusione degli arbusti e del bosco. Oltretutto, un modo per tutelare i pascoli anche e soprattutto a favore delle aziende di allevamento locali.