Dopo i maiali, tocca ai cinghiali. A causa della peste suina africana (Psa) sono già stati abbattuti più di 3 mila suini negli allevamenti della zona infetta su un totale previsto di 6 mila. Ieri è stata firmata l’ordinanza del presidente della Regione, Alberto Cirio, che autorizza il via immediato al cosiddetto depopolamento degli ungulati con metodi diversi a seconda delle aree di intervento, che sono la zona infetta A1 (78 Comuni alessandrini: Cassine,Carrosio, Voltaggio, Basaluzzo, Visone, Borghetto Di Borbera, Cantalupo Ligure, Cassinelle, Acqui Terme, Garbagna, Albera Ligure, Morbello, Belforte Monferrato, Grognardo, Avolasca, Sezzadio, Francavilla Bisio, Ovada, Cassano Spinola, Lerma, Trisobbio, Prasco, Rivalta Bormida, Rocchetta Ligure, Serravalle Scrivia, Castelletto d’Orba, Montaldeo, Sant’Agata Fossili, Carrega Ligure, Montacuto, Stazzano, Tassarolo, Mornese, Montaldo Bormida, Novi Ligure, Cabella Ligure, Melazzo, Carpeneto, Orsara Bormida, Cavatore, Fresonara, Bosio, Carezzano, Vignole Borbera, Cremolino, Grondona, Gremiasco, Brignano-Frascata, Cartosio, Tagliolo Monferrato, Fraconalto, Ricaldone, Roccaforte Ligure, Capriata d’Orba, Sardigliano, Rocca Grimalda, Ponzone, Mongiardino Ligure, Pareto, Strevi, Arquata Scrivia, Gavi, Malvicino, San Cristoforo, Parodi Ligure, Dernice, Predosa, Morsasco, Fabbrica Curone, Molare, San Sebastiano Curone, Castelnuovo Bormida, Pasturana, Costa Vescovato, Casaleggio Boiro, Villalvernia, Silvano d’Orba, Castellania);

Controlli alla ricerca di carcasse di cinghiale

la zona di sorveglianza attiva A2 a 10 chilometri dalla A1 (44 Comuni: Alessandria, Alice Bel Colle, Bergamasco, Berzano di Tortona, Bistagno, Borgoratto Alessandrino, Bosco Marengo, Carbonara Scrivia, Carentino, Casal Cermelli, Casalnoceto, Casasco, Castellar Guidobono, Castellazzo Bormida, Castelletto d’Erro, Castelspina, Cerreto Grue, Denice, Frascaro, Frugarolo, Gamalero, Masio, Merana, Momperone, Monleale, Montechiaro d’Acqui, Montegioco, Montemarzino, Oviglio, Paderna, Pontecurone, Ponti, PozzolGroppo, Pozzolo Formigaro, Sarezzano, Spigno Monferrato, Spineto Scrivia, Terzo, Tortona, Viguzzolo, Villaromagnano, Volpedo, Volpeglino) e la zona indenne prossimale A3 (Castelletto Monferrato, Castelnuovo Scrivia, Felizzano, Fubine Monferrato, Montecastello, Pietra Marazzi, Quargnento, Quattordio, Rivarone, Sale, Solero, Alluvioni Piovera). L’ordinanza resterà in vigore fino al 30 giugno prevede che agli abbattimenti, autorizzati anche di notte, possano partecipare, oltre che dagli agenti delle Province, gli agenti di vigilanza delle aree protette, i proprietari o conduttori dei fondi interessati muniti di porto d’armi o appositamente incaricati all’abbattimento (tutor), le guardie venatorie volontarie e i cacciatori in possesso di specifica formazione.

caccia (foto di yuri colleoni)

Nella zona A1 gli abbattimenti possono avvenire con l’utilizzo di gabbie e recinti di cattura e le carcasse devono essere analizzate e distrutte. Nella zona A2 è consentito anche l’abbattimento da appostamento a terra o da altana con l’uso di carabina dotata di ottica di puntamento e l’eventuale ausilio di fonti luminose o visori notturni e termici. Modalità simili nella zona A3. In sostanza, vietato o molto limitato l’utilizzo dei cani e di tecniche come la braccata o la girata. «L’ordinanza definisce tutte le attività di abbattimento dei cinghiali nella zona rossa, zone buffer e in zona bianca libera da vincoli, con metodi di contenimento, controllo e selezione a secondo delle fasce – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Marco Protopapa -; si è scelto di attivare misure straordinarie per intervenire in modo incisivo ed emergenziale, ampliando la platea dei soggetti che possono partecipare alle attività di contenimento dei cinghiali su tutto il territorio piemontese. Infatti, oltre ai soggetti preposti l’ordinanza prevede che i proprietari o conduttori dei fondi interessati, e i soggetti appositamente incaricati all’abbattimento, conduttori e tutor possano svolgere direttamente le operazioni di contenimento. Le misure di depopolamento, che avvengono tramite le variazioni di controllo, verranno coordinate dalle amministrazioni provinciali e dagli Enti Parco, ciascuno per la propria competenza, questo per assicurare che tali azioni avvengano in sicurezza”.