Da lunedì 4 maggio al via i test sierologici sul personale sanitario (compresi medici di famiglia, pediatri di libera scelta e specialisti convenzionati) di tutte le aziende sanitarie del Piemonte. Lo annuncia l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, oggetto di pesanti critiche in queste settimane: la situazione in cui versa il Piemonte per il Covid-19 è attribuita da più parti alla sua gestione dell’emergenza. A difesa di Icardi si è schierato addirittura il parlamentare Riccardo Molinari (Lega), a testimonianza delle difficoltà dell’assessore. A effettuare l’elaborazione dei dati sarà il Seremi (Servizio di riferimento regionale di epidemiologia delle malattie infettive) di Alessandria, privo però di un direttore, secondo l’opposizione targata 5 stelle. Secondo Icardi, con i test sierologici sarà avviata “un’indagine a fine epidemiologico, con l’obiettivo di comprendere meglio le caratteristiche della diffusione del virus e di fornire fondamentali informazioni per lo studio della patogenesi e lo sviluppo di strategie mirate di prevenzione”. La Regione ha acquistato con procedura d’urgenza 70 mila kit e la consegna dei lotti necessari da parte delle tre ditte assegnatarie, Diasorin Spa, Abbot Srl e Medical System Srl, è prevista per il 30 aprile, cioè dopodomani.

L’assessore regionale Icardi

Al momento, si stanno raccogliendo i fabbisogni di ogni Asl per poter procedere al recapito delle forniture. Intanto, l’Unità di crisi ha fornito alle Aziende sanitarie regionali le indicazioni per effettuare l’indagine, specificando che si dovrà procedere all’acquisizione del consenso informato e quindi al prelievo del sangue di tutti gli operatori, su base volontaria. I campioni saranno processati da ciascuna Asl nei propri laboratori, con le apparecchiature di cui già tutte dispongono, escludendo quindi il ricorso ai privati. L’elaborazione epidemiologica dei dati, come si diceva, sarà quindi affidata al Seremi di Alessandria, lo stesso sul quale il consigliere regionale Sean Sacco (M5s) ha presentato una richiesta di accesso agli atti. “Dal 31 gennaio 2020 – chiede l’esponente 5 stelle -, data in cui il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza, quale è stato il dialogo tra Seremi e assessorato regionale alla Sanità? Dal 2017 questo importante settore della sanità piemontese, è privo di un direttore nominato dalla Regione. E’ evidente quindi la scarsa considerazione avuta dai presidenti Chiamparino e Cirio per questo fondamentale servizio che, in questo momento di emergenza, dovrebbe essere il punto di riferimento per l’intera sanità del Piemonte.

Sean Sacco

Non ci pare sia stato così, per questo motivo vogliamo vederci chiaro sulle attività di prevenzione e controllo portate avanti da Seremi in questo periodo di emergenza Covid19”. Il Seremi, ricorda Sacco, infatti svolge, secondo quanto previsto dalla normativa regionale, come si legge sul sito, “funzioni specialistiche riguardanti la sorveglianza sull’occorrenza e sulle attività di prevenzione e controllo delle malattie infettive riferite all’intero territorio regionale. E’ il punto di contatto regionale per le emergenze infettive per l’Unità di Crisi del Ministero della Salute e per i corrispettivi gruppi delle altre Regioni”. “Le sue funzioni specialistiche – si legge ancora – comprendono: l’assistenza alle attività di programmazione dell’Assessorato regionale in materia di infezioni; la gestione del nodo informativo regionale dei vari sistemi di sorveglianza sulle malattie infettive e diffusive”.  “Uno spettro d’azione decisamente ampio, vogliamo quindi sapere cosa è stato fatto in tal senso dal momento in cui è stata dichiarata l’emergenza fino ad oggi”, conclude Sacco.