I ministeri pubblichino ufficialmente la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) a ospitare il deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari. La richiesta arriva dai circoli Legambiente Verde blu di Casale Monferrato, Val Lemme di Voltaggio e Ovadese e Valli Orba e Stura di ovada, insieme al Comitato torrente Orba dopo che nelle settimane scorse sui giornali è stata resa nota la bozza della Cnai predisposta sin dal marzo scorso dalla Sogin, società pubblicata incaricata di realizzazione l’impianto. Nel documento, come è ormai noto, risultano essere indicati tutti i sei siti alessandrini già presenti nella Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), nonostante le dettagliate osservazioni di Comuni e associazioni e una mozione parlamentare che evidenziata le criticità e che avrebbe dovuto essere tenuta in considerazione dalla Sogin. Secondo quest’ultima i siti AL-1 tra Alessandria, Bosco Marengo e Novi Ligure; AL-2 tra Bosco Marengo e Frugarolo, AL-3 tra Alessandria e Oviglio; AL-8 tra Alessandria, Castelletto Monferrato e Quargnento; AL-14 tra Alessandria, Fubine e Quargnento e AL-13, tra Castelnuovo Bormida e Sezzadio, sarebbero tutti idonei a ospitare il deposito, insieme ad altri tra Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. “Siamo ben consapevoli – dichiara Michela Sericano di Legambiente Ovadese- che per i rifiuti radioattivi fino a oggi collocati in aree del tutto inidonee vi sia l’urgente necessità di disporre di un Deposito centralizzato che venga individuato a livello nazionale fra tutte le possibili alternative in modo da dar luogo al minimo rischio possibile, ma abbiamo avuto notizia da importanti organi di stampa del completamento della bozza di Carta Nazionale delle Aree Idonee in una forma che risulta non avere preso in considerazione le numerose e motivate osservazioni presentate dagli scriventi e da numerosi Comuni, nonché dalla stessa Regione Piemonte con deliberazione della giunta regionale”. Secondo la Regione, infatti, tutti i siti piemontesi risultano inidonei.

Il manifesto affisso la primavera scorsa dalla Lega

In particolare –continua Michela Sericano- tutte le sei aree potenzialmente idonee collocate in provincia di Alessandria sembrano essere state classificate come “idonee”, nonostante le numerose criticità di tipo geologico, idrogeologico, idraulico e sismico che sono state segnalate dai Comitati e da Legambiente con comunicazioni ufficialmente depositate”. Per queste ragioni i Circoli Legambiente dell’Alessandrino e il Comitato Torrente Orba hanno inviato una richiesta formale ai Ministri e dei Ministeri della Transizione Ecologica, dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiedendo anche il sostegno della Regione Piemonte, affinché “procedano al più presto a una verifica della correttezza delle informazioni pubblicate dagli organi di stampa e valutino se smentirle, oppure -ancor meglio- pubblichino, senza ulteriori indugi, il testo della CNAI, come prescritto dalla legge, in modo che ogni soggetto possa valutare il corretto recepimento delle proprie osservazioni depositate in merito alla CNAPI ed intraprendere le azioni conseguenti”. “Abbiamo urgente bisogno del Deposito Nazionale per il nucleare – conclude Michela Sericano- ma la sua individuazione deve essere assolutamente trasparente e oggettiva, perché solo così potrà essere individuato il sito che potrà davvero rappresentare per tutti il rischio più basso”. Sulla bozza della Cnai molti sindaci sui giornali hanno ricordato che, al momento dell’approvazione della mozione sul deposito nazionale da parte del Parlamento, il deputato della Lega Riccardo Molinari, rieletto il 25 settembre e confermato capogruppo alla Camera, aveva fatto affiggere in provincia manifesti con i quali dava per certa la bocciatura di tutti i sei siti alessandrini, cosa che non è avvenuta, secondo la bozza della Cnai. Molinari, sollecitato più volte sull’argomento per un commento, ha però preferito non commentare.