Sarebbero in molti, dopo quasi sei anni di battaglie attraverso presidi popolari, avvocati e trattative, i cittadini che, espropriati da Cociv e Rfi per i lavori del Terzo valico, non hanno ancora visto un soldo. Nell’estate del 2012 il Cociv fece la sua comparsa in Valle Scrivia, a Libarna, nel Comune di Serravalle Scrivia, con i suoi tecnici ma davanti ai cancelli della villa di Jole Perassolo, la prima espropriata, trovò decine di manifestanti decisi a bloccare, come poi avvenne, le prime procedure di esproprio. Nelle settimane precedenti, senza alcun preavviso, furono decine le famiglie che ricevettero la lettera con la quale si annunciava che parte di terreni, cortili, giardini sarebbero stati presi per la realizzazione dei lavori del Terzo valico, sia stradali che per i cantieri. All’inizio, l’opposizione fu quasi totale, anche perché i soli a spiegare cosa stava succedendo a queste persone erano i comitati No Tav, che riuscirono a far rinviare di mesi le procedure. Alla fine, i proprietari hanno ceduto, anche perché, dal punto di vista legale, il Cociv e Rfi avevano il coltello dalla parte dei manico. Oltretutto, le due società misero sul piatto un bel po’ di soldi, almeno in alcuni casi.

Jole Perassolo nel 2012, nei giorni del tentato esproprio da parte del Cociv

Ancora oggi, proprio Jole Perassolo, è ancora a mani vuote. Per allargare la strada provinciale 161 della Crenna verso Gavi le hanno preso parte del giardino e per la costruzione della rotonda all’incrocio per Serravalle e Arquata sarà interessato anche il cancello della villa. “Da tempo – dice – attendo circa duemila euro e l’esecuzione di altri lavori. Il Cociv o Rfi un anno fa circa mi avevano scritto facendomi sapere che questi soldi erano stati depositati a mio favore presso la Cassa depositi e prestiti (la “banca” dello Stato, ndr). Così ho chiesto alla mia banca di interessarsi ma è venuto fuori che la somma in questione non c’è. A nulla sono valse diverse telefonate: tante scuse, ma per ora non ho visto nulla”. Nella stessa situazione Renzo Remotti, che abita proprio di fronte alla villa della signora Perassolo. A lui e a una sua parente sono stai presi parte del giardino e di un campo. “Rfi mi deve – spiega – un rimborso per l’esproprio, dovuto per legge, per un valore standard di un euro circa a metro quadro oltre, da parte del Cociv (sempre con soldi pubblici, ndr), una cifra più consistente per il fatto che ho perso alberi da frutta, una siepe e altri beni. In totale, alcune migliaia di euro, da suddividere in due. Nonostante dalla scorsa estate abbia fatto domanda, non ho mai visto un euro. Il Cociv da mesi dice che questi soldi non sono ancora nel budget a disposizione, che il responsabile degli espropri è stato sostituito e che tutto si risolverà a breve”. E Rfi? “A loro – prosegue Remotti – ho dovuto inviare ben tre raccomandate senza mai ricevere una risposta. Oltretutto è proprio questa società a dover mandare un documento necessario per chiudere la pratica, cosa che non avviene”. Poi ci sono i disagi per i lavori: “La rotonda che stanno costruendo davanti a casa mia – conclude Remotti – sembra infinita. Mi chiedo quando finiranno”.