Dureranno 145 le operazioni di demolizione e frantumazione dell’ex cementificio Cementir di Arquata Scrivia. Il frantoio mobile utilizzato dovrà macinare un massimo di 85mila tonnellate di materiale, detriti ricavati dall’abbattimento degli edifici e delle strutture dove per decenni è stato prodotto cemento.
Il progetto proposto dalla Paullo Investimenti, nuova proprietaria dell’area da 165 mila metri quadrati alle porte del paese, è stato escluso dalla fase di valutazione di impatto ambientale poiché, sulla carta, dà garanzie sulle conseguenze degli interventi dal punto di vista ambientale e sanitario ma l’Arpa e l’Asl in particolare sottolineano che i disagi non mancheranno per chi abita vicino all’ex stabilimento.
L’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente scrive infatti che “un intervento come quello previsto determinerà potenzialmente un grosso impatto a carico delle abitazioni circostanti in termini di vibrazioni, rumori e polveri in atmosfera. L’entità e la rilevanza dell’impatto percepito dipenderà in massima parte dalle modalità operative di gestione del cantiere e dal livello di adozione in campo delle migliori e più efficaci misure di mitigazione, in termini di massimo abbattimento delle polveri e delle emissioni rumorose alla fonte”. In sostanza, al di là delle garanzie progettuali, saranno le modalità di gestione del cantiere a evitare il peggio. L’Asl Al ha chiesto di coprire i cumuli di detriti nei giorni in cui il cantiere sarà fermo e di sospendere l’attività di frantumazione quando ci sarà molto vento. Già a dicembre era stata necessaria un’ordinanza del sindaco Alberto Basso per imporre alla proprietà di bagnare più del previsto i materiali demoliti nell’ambito dell’eliminazione degli impianti.
La Paullo Investimenti punta a riutilizzare la maggior parte dei materiali in loco per il futuro polo logistico, non ancora ufficializzato, ovviamente in base dopo aver fatto le dovute analisi, in particolare sulla presenza di amianto.