tribunale di alessandria
Il palazzo di giustizia di Alessandria

Nessuna prova che l’autore degli incendi scoppiati tra la Val Borbera e Litta Parodi fosse Mario Fancello, il pastore oggi 72enne abitante a Variana di Grondona. Per questo l’uomo è stato assolto in Corte d’Appello dalla condanna a 7 anni e 6 mesi per incendio aggravato che gli era stata comminata in tribunale ad Alessandria e poi dalla Corte d’Appello di Torino in prima istanza. Era stata la Cassazione a imporre la revisione del processo nei confronti di Fancello. Nel 2017 si era verificati una serie di incendi che i carabinieri e gli agenti della Forestale avevano attribuito al pastore. Quest’ultimo si sarebbe voluto vendicare del sequestro dei suoi animali e del terreno dove li custodiva avvenuto nel luglio di quell’anno da parte carabinieri, Forestale, Nas e Asl. L’attività di Fancello e della su famiglia avrebbe danneggiato alcuni edifici della Curia posti sotto tutela. I suoi animali sarebbero stati maltrattati e vennero così trasferiti altrove. Dopo l’intervento sui suoi beni, iniziarono a scoppiare gli incendi, ben 23 quelli attribuiti inizialmente a Fancello dagli investigatori, tra Litta Parodi, nel Comune di Alessandria, fino Borghetto e Vignole Borbera, oltre che ad Arquata, Serravalle e Pozzolo, dove finì i fiamme un frutteto vicino a una cascina dove erano custoditi dei frigoriferi. Dalle indagini emerse che, in base alle immagini registrate dalle telecamere della videosorveglianza di alcuni centri della zona, l’auto di Fancello, una Fiat Panda blu identificata grazie alla targa, si sarebbe trovata varie volte nelle vicinanze delle località dove scoppiarono gli incendi negli stessi giorni. Troppo poco, secondo i giudici, per dimostrare che era lui il piromane. Come ricorda il suo legale, l’avvocato Stefano De Bernardi di Genova, “Fancello nel nuovo giudizio è stato assolto per non aver commesso il fatto poiché c’erano solo indizi ma non prove della sua colpevolezza. Inoltre, il Gps aveva seguito l’auto di Fancello solo dopo gli incendi, scoppiati per altro in un’estate molto calda”. Fancello ha nel frattempo scontato una condanna a 1 anno e 6 mesi per il furto di fototrappola e a 2 anni e 8 mesi per atti persecutori nei confronti di una donna di Variana, vittima, secondo quanto emerse, di insulti e minacce, teste di animali abbandonate nel cortile di casa, passaggi frequenti dall’abitazione al solo scopo di ingenerare nella donna uno stato d’ansia. Ora il pastore, a casa ai domiciliari dall’aprile del 2020, è tornato a essere un uomo libero.