I lavoratori del Cit protestano stamattina, 8 febbraio, dalle 9 alle 13, a Gavi, con un presidio in programma prima in piazza Dante e poi davanti al municipio. La questione riguarda la decisione dell’amministrazione comunale guidata da Carlo Massa di uscire dal consorzio, insieme a Serravalle Scrivia e Stazzano, e quindi di non pagare più le cifre pregresse per ripianare gli ingenti debiti della società (500 mila euro l’anno circa). Una scelta motivata da quanto suggerito dai professionisti consultati dall’ente per evitare che gli amministratori comunali vengano chiamati a rispondere dalla Corte dei conti.

I bus nel Cit nella ex cava di Gavi

Al contrario, Sandro Tortarolo, commercialista incaricato dal Cit di predisporre il piano industriale 2020 – 2024, tecnicamente definito “piano di sopravvivenza in perdita”, sostiene che gli amministratori dei tre Comuni possano rispondere di reati fallimentari nel caso in cui il Cit fallisca poiché i Comuni, nel 2018, si erano impegnati a pagare. In mezzo ci sono i lavoratori, che temono per il loro futuro. ”Contestiamo questa scelta – spiegano dal sindacato Filt Cgil, organizzatore del presidio – poiché mette in grave pericolo la continuità aziendale”. Come pubblicato da La Stampa, però, il Comune di Novi Ligure sarebbe pronto ad acquisire le quote di Gavi, Serravalle e Stazzano.