Il consiglio di amministrazione del Cit costa 52 mila euro l’anno e, se saranno necessari sacrifici, l’assemblea dei sindaci potrebbe chiedere una riduzione dei compensi. Il dato è emerso nella seduta del Consiglio comunale di venerdì a Voltaggio, nel quale si è discusso della difficile situazione dell’azienda e dei disagi causati ai cittadini tra agosto e settembre, in particolare in Val Lemme. Il cda è composto dal presidente Giuseppe Licata e dai consiglieri Paolo Moncalvo ed Elena Nano. È stata la minoranza a sollevare la questione, chiedendosi se i consiglieri di amministrazione “siano persone preparate ad affrontare la difficile gestione del consorzio, anche a fronte dei loro compensi”. Il Cit ha infatti affidato a una società di advisor un piano di risanamento per cercare di appianare il maxi debito di 460 mila euro che deve essere eliminato in tre anni per legge, visto che i Comuni non possono e non vogliono più ripianare il deficit come avveniva fino a poco tempo fa. “Questo cda – ha replicato il sindaco, Michele Bisiovuole cambiare in meglio la situazione del Cit.

Il Consiglio comunale di Voltaggio

Ha eliminato la figura del direttore, che da sola costava 200 mila euro l’anno e il deficit è stato ridotto. Una volta che il piano sarà valutato dalla società di advisor toccherà all’assemblea dei sindaci prendere atto delle conclusioni”. Il capogruppo di minoranza Giuseppe Benasso ha detto: “Spero che l’advisor sia tempestivo nel suo giudizio sul piano e che, se necessario, dica chiaramente che il cda, che ha riguardo solo per Novi, non è in grado di amministrare per far arrivare un commissario”. Il collega Lorenzo Repetto, sindaco dal 2009 al 2014, ha ricordato che, in passato, “valutando l’ingresso di un privato nel Cit, era stata fatta una valutazione del consorzio molto bassa, la quale sottoposta a verifica su richiesta del nostro Comune, si era rivelata errata: il valore dei beni del Cit era molto più elevato”. Come a dire che nella gestione del consorzio non tutto è sempre stato chiaro. Bisio ha ricordato che “il cda è stato scelto dai Comuni che, rispetto al passato, partecipano molto di più alle scelte. Difendo questi amministratori poichè stanno agendo bene. Se la società di advisor dirà che il piano non va bene si può parlare di cambiare amministrazione ma prima no. Sul costo annuo del cda, 52 mila euro, se saranno necessari sacrifici, si potrà richiedere da parte dei sindaci una riduzione di questi compensi”.