Alla fine, la tassa rifiuti a Novi Ligure è stata aumentata del 30%. Dopo che per mesi il provvedimento era stato prima portato in Consiglio e poi bocciato a causa delle divergenze nella maggioranza e che la giunta aveva annunciato di aver rimediato con altri fondi, nell’ultima seduta del Consiglio, giovedì 18 febbraio, l’incremento è tornato all’ordine del giorno ed è stato definitivamente approvato. La maggioranza ha quindi ritrovato i numeri. L’opposizione targata Pd, che ha votato contro, sostiene che l’aumento è “dovuto al colpevole ritardo dell’avvio del nuovo sistema di raccolta differenziata e alla mancata volontà di andare a discutere direttamente con SRT i costi del conferimento dei rifiuti novesi in discarica. Rifiuti che diminuiranno nei prossimi mesi ma sembra che al centro destra questo non importi, forse perché troppo preso a pensare solo ad evitare le elezioni anticipate che sancirebbero definitivamente l’incapacità di governare con quel famoso buonsenso che hanno promesso in campagna elettorale”.
Nella seduta di giovedì i consiglieri di centrosinistra, come ricordano in un comunicato, hanno presentato “proposte che avrebbero permesso di evitare o rendere meno pesanti gli aumenti, ma ci siamo trovati davanti al muro di chi non vuole discutere e non vuole entrare nel merito dei problemi. A farne le spese i novesi, che vedranno aumentare del 30% le loro bollette sobbarcandosi anche il maggiore lavoro di gestione dei propri rifiuti”. Non solo: come ricordano i consiglieri, “anche la manovra sull’Imu, presentata come un aiuto alla città in difficoltà, in realtà è solo uno specchietto per le allodole, utile a forse alla loro propaganda politica ma dannoso per gli interessi della nostra città. La riduzione delle aliquote dell’Imu andranno per la metà nella tasche delle prime 5 aziende di Novi: per intenderci chiaramente, stanno riducendo le tasse a imprese come ex Ilva, Campari, Pernigotti. Soldi che non verranno reinvestiti sulla città. Questo non è il modo per aiutare il piccolo commercio. Abbiamo proposto di provare a percorre altre strade, ad esempio diminuendo la Tosap o la tassa sulla pubblicità ai commercianti, ma di nuovo non siamo stati ascoltati”.