Bene le riaperture per l’outdoor ma ora avanti tutta con gli abbattimenti dei cinghiali, in gran parte ancora ferme. Le associazioni agricole chiedono di avviare al più presto la campagna di contenimento prevista nell’ordinanza del presidente della Regione Cirio, che prevede l’uso esclusivo della caccia di selezione e delle gabbie in attesa dell’installazione della maxi recinzione per contenere i cinghiali e la diffusione della Psa. Mentre nella zona infetta le operazioni sarebbero in fase di allestimento, Coldiretti Alessandria sostiene che nell’area indenne, esterna cioè alla prima, l’ordinanza sarebbe praticamente inattuata. “Alla mancanza di alcune azioni propedeutiche alla funzionalità dell’ordinanza, si aggiungono posizioni inaccettabili da parte di diversi istituti venatori oltre a resistenze inspiegabili da parte di alcune Amministrazioni provinciali che stanno di fatto bloccando l’operatività. E’ necessario, quindi, che gli Enti che, a diverso titolo hanno un ruolo attivo nell’attuazione dell’ordinanza, si assumano le proprie responsabilità e forniscano indicazioni precise rispetto alle procedure e alle modalità da adottare”, afferma il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco.

Mauro Bianco

“Apprezziamo lo sforzo che la Regione sta compiendo – dichiara Luca Brondelli di Brondello, presidente di Confagricoltura Alessandria – ma evidenziamo che mentre per le aree infette si stanno predisponendo le azioni necessarie per il depopolamento e il contenimento dei cinghiali, in molti altri territori indenni le attività venatorie di contenimento ordinario risultano invece, di fatto, sospese”.
A rallentare le attività, secondo Confagricoltura, vi sono una serie di presunte difficoltà di natura giuridico-organizzativa espresse da alcuni ATC – Ambiti Territoriali di Caccia, i quali lamentano, in modo spesso pretestuoso, uno scarso coordinamento con le Province, oltre a un certo livello di confusione nelle indicazioni fornite dalla Regione per la realizzazione dei piani di prelievo.
La situazione – commenta il Presidente di Confagricoltura – genera, in molti territori del Piemonte, il blocco delle attività di contenimento delle popolazioni dei cinghiali, che vengono limitate a quelle previste dal piano 2019-2023, quali per esempio l’impiego dei tutor e delle gabbie per la cattura; tutto questo mentre i campi appena seminati stanno diventando oggetto delle scorribande dei cinghiali che provocano danni gravissimi alle produzioni agricole”.

Luca Brondelli di Brondello

“Abbiamo chiesto alla Regione un intervento volto a verificare l’azione degli Ambiti Territoriali di Caccia – aggiunge Brondelli – rafforzando il coordinamento degli enti istituzionali interessati per riprendere al più presto le attività di contenimento dei cinghiali abbinate a quelle di depopolamento previste dal piano di eradicazione della Peste Suina Africana”. Confagricoltura Alessandria evidenza infine che, qualora le azioni di contenimento e di depopolamento dei cinghiali da parte degli Ambiti Territoriali di Caccia non dovessero intensificarsi in tempi rapidi, si riserverà di valutare l’opportunità della partecipazione dei propri rappresentanti nei comitati di gestione di questi enti. Sulla riapertura dei sentieri, intanto, interviene anche il deputati Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera: “Giusto che la Regione Piemonte abbia autorizzato le attività outdoor (trekking ecc.) nella zona rossa interessata dalla diffusione della peste suina.
Come avevamo richiesta anche noi, si pone fine a una differenziazione con analoghe zone della Liguria dove i divieti erano stati rimossi prima di Pasqua.
Questa decisione non deve far diminuire l’impegno al sostegno alle attività turistiche in questa area dell’Appenino e delle colline della Provincia di Alessandria e per trovate le risorse per i ristori agli operatori per gli oggettivi danni subiti in ragione dei divieti imposti per la tutela della salute animale e il contenimento della peste suina”.