Il Forte di Gavi riaprirà il 3 luglio e ai visitatori sarà misurata la febbre come in tutti gli altri musei piemontesi. Lo annuncia la direzione regionale Musei del Piemonte. Tra poco più di un mese, quindi, porte aperte dopo il lockdown nella fortezza gaviese oltre che a Villa della Regina, Palazzo Carignano e il Castello di Agliè a Torino, all’Abbazia di Vezzolano nell’Astigiano, al Castello di Racconigi nel Cuneese. Guidati da Enrica Pagella, nominata da poco dirigente dell’istituto, i responsabili delle sedi museali si stanno occupando di predisporre appositi piani per accogliere i visitatori in sicurezza. La realtà multiforme gestita, che spazia dalle residenze sabaude ad abbazie di origine medievale a cui si affiancano un antico maniero e una fortificazione, richiede infatti valutazioni specifiche delle peculiarità strutturali e logistiche dei singoli complessi. È in fase di studio la rimodulazione dei percorsi di visita e degli orari di apertura, questi ultimi da calibrare in rapporto alle esigenze imposte dall’emergenza sanitaria in atto. L’adozione delle misure di distanziamento sociale, l’uso dei dispositivi di protezione individuale e il regolare svolgimento degli interventi di pulizia e igienizzazione impongono un monitoraggio diversificato, oltre la consueta e imprescindibile sorveglianza dei beni. Ingressi contingentati, prenotazioni via telefono e mail, rilevazione della temperatura tramite termoscanner, obbligo di mascherina, itinerari di accesso e visita scanditi da opportune indicazioni segnaletiche, sono tra i principali elementi previsti per evitare assembramenti e forme di rischio.

Pertanto, dopo aver ipotizzato la riapertura di alcune sedi per il 2 giugno, il traguardo è stato spostato al 3 luglio, coinvolgendo però un numero maggiore di musei. “Si tratta di mettere a punto un sistema nuovo – spiega Enrica Pagella – per altro con la priorità di porre al centro la sicurezza delle persone interessate, dai visitatori al personale. Definire e far funzionare una macchina così complessa, per i suoi tratti innovativi e per la delicatezza delle questioni in gioco, implica un coordinamento organizzativo che deve fare i conti anche con la gestione di aspetti pratici come il reperimento su larga scala di tutte le forniture ora necessarie”. Un ulteriore margine di tempo è stato quindi ritenuto utile per completare il rinnovamento dei protocolli applicati e adeguarne i contenuti alle direttive scaturite dall’emergenza. “Vogliamo accogliere i visitatori in piena sicurezza – prosegue Pagella – ma non solo. L’obiettivo a cui stiamo lavorando è restituire al pubblico il piacere dello svago culturale. Gli spazi e le collezioni museali offrono opportunità di conoscenza ed esperienze di fruizione a cui si riconnettono molteplici risvolti, dalla sfera ludica e ricreativa a quella introspettiva del pensiero e della contemplazione”.