Ilva: 8 ore di sciopero sui 3 turni

Le tute blu novesi oggi a Genova

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Oggi, lunedì, i sindacati dei metalmeccanici, Cgil – Cisl e Uil, hanno indetto 8 ore di sciopero sui 3 turni, per contestare il piano industriale dei nuovi acquirenti del Gruppo, la cordata costituita “Am InvestCo” formata da Arcelor – Mittal e Marcegaglia, con il supporto finanziario di Intesa Sanpaolo. Questa cordata nei giorni scorsi ha superato l’offerta presentata dall’altra concorrente, “AcciaItalia”, guidata dagli indiani di Jindal, di cui fanno parte Cdp, Arvedi e Del Vecchio.

Marcegaglia è peraltro presente anche sul territorio con un grande insediamento a Pozzolo. valutando entrambi i casi, però, la situazione  per i lavoratori dell’Ilva non sarebbe cambiata anche in caso di vittoria di Arvedi & c. poiché entrambe le cordate hanno prospettato esuberi di personale compresi tra i 4 mila e i 6 mila dipendenti. Quasi la metà degli attuali, quindi, poiché i dipendenti dell’intero Gruppo Ilva oggi sono circa 14 mila e 200.

La proposta di acquisizione di Acelor Mittal e Marcegalia propone di portare i dipendenti a 8 mila e 400 entro il 2023. In questo caso si parla dunque di 5 mila e 800 esuberi. A differenza della cordata concorrente che aveva proposto un drastico taglio per arrivare a 7 mila e 800 dipendenti già entro il 2018  e risalire al massimo a 10 mila e 800 entro il 2024.

“Domani andremo a Genova per manifestare contro il piano industriale presentato da Am InvestCo – sostiene Moreno Vacchina per le Rsu di Novi -. Non faremo pullman ma ci muoveremo autonomamente coi treni e con propri mezzi. Alle 7 è prevista l’assemblea a cui parteciperemo come delegati e membri delle segreterie sindacali. Dopodiché scenderemo nel centro della città. Novi è forse lo stabilimento che presenta meno problematiche, almeno stando a quanto dichiarato dal direttore del personale Cesare Ranieri che ha definito Taranto come “un’auto da riportare completamente a nuovo; Genova come un mezzo da restaurare e Novi come un’auto che necessiterebbe solo di benzina per andare”. Tuttavia in questo momento non viviamo bene la situazione poiché gli esuberi, e non sappiamo quanti, riguarderanno anche Novi.  Il numero fornito è globale e non suddiviso fra i 3 insediamenti. Tuttavia scenderemo compatti in sciopero perché facciamo parte di un unico gruppo”- .

“È vero – prosegue Vacchina – speravamo tutti nella vendita, ma non pensavamo che si potesse arrivare a presentare un piano di questo genere che prevede ripercussioni sul personale, sugli stipendi e sui premi. Chiediamo più certezze a chi sta subentrando, a cominciare dagli investimenti. Le poche parti chiare, come attendere il 2024 per rifare i parchi minerali, anche se l’AIA lo consente, non ci sembra il miglior modo di presentarsi”-.