Per cinque anni le Aree Protette dell’Appennino Piemontese avranno a disposizione 300 mila euro da utilizzare per favorire la convivenza tra uomo e lupo. Soldi che arriveranno dall’Europa e precisamente dal progetto Life WolfAlps Eu, legato al Life WolfAlps. Quest’ultimo, con nuovi finanziamenti e obiettivi, è stato confermato dalla Commissione europea. L’obiettivo è “portare su scala europea e pan-alpina il supporto alla convivenza uomo-lupo, nella direzione intrapresa dal precedente progetto, conclusosi nel 2018”, spiegano dall’Appennino Piemontese. Ben 19 i partner del progetto coordinato dalle Aree Protette delle Alpi Marittime, tra università ed enti sloveni, austriaci, francesi e addirittura tredici italiani, fra cui appunto le Aree Protette dell’Appennino Piemontese.  “Life WolfAlps Eu – spiegano da Bosio – è stato costruito sulla base di un programma condiviso fra i partner internazionali con gli obiettivi di contrastare le predazioni sugli animali domestici grazie a squadre di intervento e sistemi di prevenzione e di favorire la sostenibilità economica della presenza del predatore”. Come? Definendo linee guida di gestione del lupo a livello alpino e appenninico e mettendo in campo le migliori pratiche per rendere compatibili la presenza del lupo e le attività economiche. La comunicazione svolgerà un ruolo strategico.

Un lupo avvistato nel Tortonese

Andremo nelle scuole – dice il presidente dell’Appennino Piemontese, Dino Bianchi – e proseguiremo nell’informazione sul territorio sul tema lupo. In programma anche la creazione di un marchio locale riferito proprio al predatore”. La metà dei 300 mila euro sarà destinata, tra l’altro, all’acquisto di sistemi di prevenzione per tutelare il bestiame domestico dalle predazioni mentre l’altro 50% andrà speso per comunicazione, didattica ed educazione ambientale e monitoraggio dedicati al predatore. “Negli ultimi trent’anni -spiegano dall’Appennino Piemontese – il lupo ha ricolonizzato naturalmente diverse aree montuose e collinari europee. Nonostante la specie sia ancora fonte di controversie, il ritorno del lupo è ormai una realtà confermata e inarrestabile sull’Appennino ligure-piemontese e sulle Alpi. I lupi sono presenti sull’Appennino ligure-piemontese all’incirca dalla fine degli anni ’70 e nelle Alpi occidentali italiane e francesi da oltre vent’anni. Oggi la popolazione aumenta in densità nelle Alpi Occidentali e Dinariche ed è in espansione nelle Alpi Centrali-Orientali e nelle zone pedemontane collinari del Piemonte.

Bestiame al pascolo tra il monti Ebro e Chiappo

La popolazione alpina di lupo è transfrontaliera perché distribuita entro i confini di più paesi alpini (Francia, Italia, Svizzera, Austria e Slovenia): ciò che ancora manca per una gestione ottimale della specie è un coordinamento internazionale che armonizzi e superi l’attuale frammentazione istituzionale. Proprio per questo motivo – proseguono dalla sede di Bosio -, il progetto LIFE WolfAlps EU (2019-2023) è stato finanziato dalla Commissione Europea per migliorare la convivenza uomo-lupo a livello pan-alpino: l’ambito di intervento si estende alle intere Alpi italiane, francesi, austriache e slovene e ai due corridoi ecologici, il corridoio appenninico e quello dinarico, che permettono la connessione delle popolazioni”. Il Consiglio dell’ente ha infine deliberato di destinare al progetto Life WolfAlps Eu 48 mila euro, messi dal 2009 a bilancio per un percorso di educazione ambientale tra l’Ecomuseo di Cascina Moglioni e Voltaggio, mai realizzato.