La Regione guidata da Lega e centrodestra, sollecitata dall’amministrazione comunale novese, ha indicato proprio Novi Ligure come territorio dove realizzare un nuovo “termovalorizzatore” utile anche alla Liguria. L’altra località è Cavaglià, nel nord del Piemonte. Alla base della decisione, una potenziale emergenza rifiuti prevista nei prossimi anni con l’esaurimento delle discariche e, a detta del quotidiano La Repubblica che ha riportato le parole dell’assessore regionale Marnati, per Novi presunto un sondaggio che dimostrerebbe come “il 60% della popolazione del Basso Piemonte è favorevole”. Sondaggio del quale Marnati non ha citato la fonte e di cui non si ha notizia da queste parti. L’impressione è che l’inceneritore sia una “voglia” dei leghisti in particolare. Fra i sindaci non sembra esserci il consenso che ci sarebbe fra la popolazione nel fantomatico sondaggio: nell’autunno 2020 il presidente del Consorzio servizio rifiuti (Csr), Angelo Ravera, piazzato lì dal centrodestra novese e quindi favorevole a bruciare i rifiuti anziché riciclarli, tentò di far discutere all’assemblea del consorzio l’argomento pur non essendo all’ordine del giorno, venendo stoppato. Tra gli amministratori presenti, ci fu chi fece notare che l’inceneritore andrebbe in contrasto con il sistema del porta a porta spinto perchè l’impianto non avrebbe abbastanza rifiuti da bruciare e dovrebbe farli arrivare da altrove. Altri chiesero una discussione con un piano serio fatto con costi e benefici dell’operazione. Nulla del genere sembra essere in possesso della Regione, sondaggi farlocchi a parte.

L’assessore regionale Matteo Marnati

Tra l’altro, il Consiglio comunale di Novi, deve ancora pronunciarsi ufficialmente sulla proposta della Lega. Lo potrebbe fare votando la mozione presentata da 5 stelle e Pd, nella quale si ricorda che nel bacino di Novi Ligure i rifiuti indifferenziati sono scesi da 57 mila nel 2018 a 37 mila nel 2020 senza che a Tortona e Novi sia ancora partito il servizio porta a porta. I rifiuti conferiti in discarica sono passati da 140 mila a 86 mila nello stesso periodo. Numeri che rendono inutile un inceneritore, che dovrebbe invece, come si diceva, importare rifiuti da fuori regione per poter funzionare. La mozione, già messa all’ordine del giorno del Consiglio comunale, è stata rinviata per l’assenza dell’assessore Roberta Bruno. Intanto, anche Legambiente dice no all’inceneritore, citando fonti ufficiali: “Gli ultimi dati ufficiali ISPRA (istituto superiore per la protezione dell’Ambiente, ndr) dicono che la Regione Piemonte ancora non ha raggiunto il target di legge del 65% di raccolta differenziata che le norme imponevano entro il 31 dicembre 2012 e che con il suo 63% è la regione del Nord Italia con la percentuale più bassa – afferma Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta –. Inoltre esistono ampie sacche di inefficienza quali la città di Torino, che da poche settimane ha raggiunto il 50% di differenziata e la Provincia di Alessandria ferma al 57%. Pianificare la costruzione di nuovi impianti sui dati di produzione odierni mette una fortissima ipoteca sullo sviluppo della gestione dei rifiuti in termini sostenibili.

La città di Torino è un chiaro esempio di quanto la presenza di un impianto sia deleterio per lo sviluppo della raccolta differenziata”. “I quattro anni che ci separano dalla presunta emergenza – continua Giorgio Prino – vengano utilizzati per lavorare, in accordo con la normativa europea, su riduzione, riuso e raccolta differenziata. Lo stesso Piano Regionale di gestione dei Rifiuti indica al 2025 come obiettivo il 70% di raccolta differenziata ed una produzione di 420 kg per abitante all’anno. E come sempre si tratta di risultati minimi. In quattro anni, volendolo fare, si può andare ben oltre e lo stesso Piano regionale indica chiaramente la strada per perseguire risultati di eccellenza: raccolta porta a porta e tariffazione puntuale. La metodologia che, anche secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato e l’indagine conoscitiva sul mercato dei rifiuti urbani IC49, garantisce risultati di eccellenza in termini di performances ambientali, economiche e occupazionali”.