“Intervista a Pier Paolo Pasolini”. Atto unico con Gianni Repetto

 Sabato 28 maggio a Serravalle Scrivia.

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Cento anni fa, il 5 marzo 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. Personaggio eclettico, uomo di grande cultura; la sua arte spazia dalla poesia, alla narrativa, passando per la regia cinematografica.

Sabato 28 maggio, alle 21.15, nell’arena spettacoli del parco “Ragazzi della Benedicta”, l’Amministrazione comunale di Serravalle ricorda Pasolini con uno spettacolo teatrale che ne evidenzia l’importanza del messaggio per la nostra società. Sul palco Gianni Repetto in “Intervista a Pier Paolo Pasolini”. Atto unico di “Teatro Immagine”, testi di Eugenio Barbieri.

Un’intervista dal sapore onirico con Pier Paolo Pasolini al quale Repetto pone una serie di domande sulle questioni più scottanti del presente: il declino della famiglia, il potere, il concetto di classe sociale, la società dei consumi e il suo rifiuto critico, la TV, il WEB, la letteratura, il cinema, il ruolo dell’intellettuale impegnato e il moralismo benpensante. A tutte queste questioni lo scrittore risponde con riflessioni che sono di un’attualità sconcertante ed evidenziano il ruolo di profeta laico rivestito da Pasolini negli anni ’60 e ‘70, che forse non poco influì sulla sua scomparsa tragicamente prematura. Vengono citati articoli, pubblicati soprattutto sul “Corriere della Sera” – che poi costituirono raggruppati la raccolta “Scritti corsari” -, opere saggistiche come le “Lettere luterane” e film come “Salò”, che segnò il culmine della sua carriera cinematografica e venne bloccato dalla censura come opera oscena misconoscendone la provocazione politica e culturale.

Pasolini fotografato da Letizia Battaglia

L’immagine che emerge da questa sorta di intervista con la Storia è quella di un intellettuale impegnato a tutto campo nello svecchiamento di un’Italia bigotta e perbenista, ma che nello stesso tempo mette in guardia nei confronti del nuovo potere consumistico, da lui definito “il potere dei poteri”, che stava allora “mangiandosi” la cosiddetta “multiculturalità italiana” e che oggi l’ha, probabilmente, ormai divorata e digerita. E in tutto questo colpisce l’amaro giudizio che Pasolini dà degli italiani, che il presente sembra assolutamente confermare.

Un viaggio nella Memoria, che evidenzia quanto essa sia importante per riflettere sul presente e per costruire il futuro. Senza di essa, infatti, (Mostruoso è chi è nato dalle viscere di una donna morta), senza proteggere le radici (Vengo dai ruderi, dalle chiese, dalle pale d’altare, dai borghi abbandonati sugli Appennini o le Prealpi), si corre il rischio di finire nell’anonimato del Dopostoria, là dove il passato non esiste più.

Lo spettacolo è realizzato con la collaborazione del “Distretto Commerciale del Novese”. In caso di maltempo si svolgerà in Biblioteca.

 “Io sono una forza del Passato. // Solo nella tradizione è il mio amore. // Vengo dai ruderi, dalle chiese, // dalle pale d’altare, dai borghi // abbandonati sugli Appennini o le Prealpi, // dove sono vissuti i fratelli. // Giro per la Tuscolana come un pazzo, // per l’Appia come un cane senza padrone. // O guardo i crepuscoli, le mattine // su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo, // come i primi atti della Dopostoria, // cui io assisto, per privilegio d’anagrafe, // dall’orlo estremo di qualche età // sepolta. Mostruoso è chi è nato // dalle viscere di una donna morta. // E io, feto adulto, mi aggiro // più moderno di ogni moderno // a cercare fratelli che non sono più”.

Pier Paolo Pasolini, Poesia in forma di rosa, Garzanti, Milano 1964