La Corte dei conti mette nuovamente sotto la lente di ingrandimento il bilancio del Comune di Rocchetta Ligure, ormai una “prassi” che va avanti da anni date le condizioni delle casse pubbliche locali. A essere contestato nei contenuti è il consuntivo 2017, quando l’amministrazione comunale era ancora guidata da Giorgio Storace. Le verifiche risalgono al luglio dello scorso anno e si sono poi concretizzate in una delibera della sezione regionale della Corte datata novembre 2019, che deve essere resa nota al Consiglio comunale dagli amministratori del piccolo paese della Val Sisola. I giudici contabili puntano ancora una volta il dito sui soldi che il Comune ha ottenuto in anticipo dalle banche, la cosiddetta anticipazione di tesoreria, che nel 2017 ha toccato quota 270.118,45 euro, con la mancata restituzione a fine anno di 101.381,47 euro. “Tale situazione – scrive la Corte – non risulta nuova per l’Ente in quanto il ricorso ad anticipazione di tesoreria è stato accertato sia nel 2016 (euro 427.572,57), anche in tal caso non restituita per la somma di euro 73.606,79, sia nel 2015 (euro 175.339,30), non restituita per la somma di euro 44.567,80”. Una situazione in peggioramento, quindi.

Il sindaco, Fabio Cogo

C’è poi il fondo cassa, pari a zero. Il Comune, nel frattempo guidato dal sindaco Fabio Cogo, ha spiegato che il motivo del costante ricorso all’anticipazione di tesoreria “risiede nello squilibrio tra il totale delle rate dei mutui annuale sommato alla spesa corrente e l’importo del Fondo di solidarietà comunale di molto inferiore al fabbisogno. Il totale rate annuale dei mutui contratti a partire dal 1993 sino al 2009 ammonta a circa euro 55 mila, mentre l’importo erogato come fondo di solidarietà al Comune risulta di circa euro 45mila. La prima delle rate ha scadenza già nel mese di gennaio e gli importi vanno dai 2 mila ai 19 mila euro circa per rata mentre il fondo statale viene erogato in due rate molto distanti tra loro”. Secondo Cogo, le entrate sono ridotte al minimo poiché “è ormai ridotto a soli circa 200 il numero degli abitanti e, dall’altra, risultando sempre più scarsa la densità di attività commerciali e produttive”. C’è poi la questione riferita alla scuola, per la quale il Comune “si è trovato più volte ad anticipare somme che, nel corso degli anni scolastici successivi, sono state ripartite e rimborsate dai vari membri della Convenzione spesso con consistenti ritardi, con conseguenti ripercussioni sulla situazione finanziaria di Rocchetta”. Ci sono poi le alienazioni dei beni previste per ripianare i debiti.

Il bocciodromo di Rocchetta

Il Comune ha ricordato la volontà di cessione “delle reti gas di proprietà comunale dopo la pubblicazione di apposita manifestazione di interesse; al riguardo, in relazione alla valutazione di offerta ricevuta dalla società promessa acquirente, oltre all’estinzione dei debiti pregressi contratti con la stessa, è prevista un’entrata pari a 41.200 euro”. Ci sono poi gli accertamenti Imu e la revisione delle concessioni cimiteriali. Infine, il Comune ha ricordato alla Corte “la redazione di perizia di stima del fabbricato adibito a bocciodromo comunale con attribuzione di un valore pari ad 132.825 euro e ciò al fine di trattarne l’eventuale negoziazione in funzione di una definitiva alienazione”. Un atto anch’esso deciso dall’amministrazione Storace, che un anno fa aveva scatenato polemiche. L’obiettivo è ripianare il debito da oltre 130 mila euro con la 5 Valli per il servizio rifiuti. A oggi l’edificio è ancora proprietà comunale e la 5 Valli nel 2019 aveva smentito un suo interessamento annunciando che era in corso “la procedura di recupero coattivo del credito”.