Dopo il sondaggio fantasma che ha messo in imbarazzo anche la Lega novese, la Regione prosegue nel suo progetto di attivare nuovi inceneritori in Piemonte, tra cui uno anche a Novi Ligure, seguendo il programma del centrodestra locale. Lo rileva Sean Sacco, capogruppo dei 5 Stelle in Consiglio regionale: “La Giunta Cirio prima non muove un dito per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata e riduzione rifiuti, e poi invoca nuovi inceneritori che potrebbero ricadere sul territorio alessandrino. Cittadini ed imprese “cornuti e mazziati” da una politica incapace di gestire il ciclo dei rifiuti e sostenere le buone pratiche”. L’esponete pentastellato ricorda che, “con una manovra di bilancio, la Regione ha tolto 12 milioni all’anno spettanti ai Consorzi, agli enti pubblici e alle imprese per il sostegno di misure e azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi nella pianificazione in materia di rifiuti. Come se non bastasse continua a mancare un sistema a supporto dell’applicazione della Tariffazione Puntuale del servizio dei rifiuti urbani a livello regionale, per cui nel 2017 sono stati stanziati 40.100 euro, un sistema che, insieme alla raccolta porta a porta, contribuirebbe a raggiungere buoni risultati.

Sean Sacco, consigliere regionale 5 stelle

Una Giunta immobile – prosegue Sacco – e ostile alla gestione virtuosa dei rifiuti, a tal punto da rifiutare una propria rappresentanza all’interno della Conferenza d’Ambito Regionale, il nuovo ente che avrebbe il compito di pianificare gli impianti a tecnologia complessa, come gli inceneritori. In questo modo Province e Comuni vengono abbandonati nel caos e sottoposti alle pressanti richieste da parte dei proponenti”. Uno dei refrain della Lega novese è che gli inceneritori di ultima generazione non inquinerebbero più di tanto ma Sacco, sul punto, precisa: “Dalle ciminiere degli inceneritori, è bene ricordarlo, non fuoriesce aria fresca. Tutto si trasforma, come diceva Lavoisier. Nel caso dei rifiuti indifferenziati, si trasformano in inquinanti gassosi o gas climalteranti come CO2, macroinquinanti (SO, CO, NOx..), microinquinanti (diossine, metalli pesanti..), polveri (PTS, PMx, nanopolveri..); in inquinanti liquidi come idrocarburi policiclici aromatici e residui solidi sospesi; in inquinanti solidi come polveri tossiche dei sistemi di filtraggio, ceneri e scorie pericolose. Senza contare le necessità impiantistiche di energia, di acqua per il raffreddamento e lo spegnimento delle scorie e gli additivi per il trattamento dei fumi”.

Alberto Cirio, presidente della Regione

Tutto ciò su un territorio con un’elevata percentuale di tumori e altre malattie legate all’inquinamento: “Il nostro territorio non ha bisogno di nuovi inceneritori, ma di impianti di recupero dei materiali, come plasmix o il recupero materiali assorbenti. Occorre lavorare nell’ottica di “end of waste”. Un intero settore economico, e rispettoso dell’ambiente, viene completamente ignorato da quella destra guidata da Cirio che si dice vicina alle imprese. Ad oggi, scegliere di bruciare rifiuti perché non si è in grado di amministrare la Regione, rappresenta una sconfitta che i piemontesi non si meritano, uno schiaffo a tutti quei Consorzi i che superano l’80% della Raccolta Differenziata, dimostrando non solo che è possibile ma che le persone competenti esistono, ma purtroppo non fanno parte della Giunta Cirio. Da parte nostra – conclude Sacco – ci opporremo, ad ogni livello, all’approvazione di nuovi impianti di incenerimento sul territorio piemontese”.