“Tutti ricordano le dichiarazioni del Cociv in merito all’assenza di amianto nelle rocce della Val Lemme: ecco la smentita”. Mario Bavastro, esponente di Legambiente Val Lemme, ha spulciato il sito internet dell’Arpa Piemonte e ha trovato la cartografia che indica i luoghi a potenziale concentrazione di amianto. Fra queste c’è Voltaggio, precisamente con il cantiere Vallemme, dove si sta scavando il tunnel del Terzo valico. Nel 2012, di fronte alle sollecitazioni dei cittadini e delle associazioni contrari all’opera che all’epoca stava per ripartire, il Cociv sostenne sui giornali che l’amianto non era presente in Val Lemme, in base alle analisi effettuate dal 1992 al 2005 in sede di progetto definitivo, ma considerate insufficienti da Regione e Provincia. Infatti, al momento del via agli scavi è stato necessario redigere un protocollo amianto senza il quale la fibra killer non sarebbe stata trattata come prevede la legge sia per quanto riguarda la dispersione in aria per la presenza nelle rocce. L’indicazione dell’amianto nel cantiere di Voltaggio è riferita al deposito provvisorio di smarino presente all’interno dell’area, indicata nella cartografia on line, spiega Bavastro, “in verde, quindi a maggior concentrazione di amianto.
È la conferma di quello che andiamo dicendo da anni, la presenza della fibra killer in val Lemme e nel caso specifico nei pressi del cantiere operativo, area che negli ultimi 20 anni è stata movimentata infinite volte. Le smentite dei politici di turno e dell’allora commissario Lupi erano parole false”. In caso di superamento dei limiti di legge scattano le regole previste dal protocollo, come lo smaltimento delle rocce amiantifere, bagnate durante lo scavo, non nei siti di deposito indicati nel Piano cave del Terzo valico ma in discariche allestite per ricevere amianto ma nel 2013 il dottor Giancarlo Faragli, all’epoca direttore della Prevenzione oncologica dell’Asl Alessandria, aveva detto in un’assemblea organizzata a Gavi: “Con tutto l’amianto che c’è già ora in giro i casi malattie legate alla fibra killer (asbestosi, mesotelioma, tumore al polmone) sono ancora pochi in provincia. L’amianto disperso nell’aria dopo le lavorazioni nei cantieri è ancora più pericoloso poiché è reso friabile e bastano pochissime dosi respirate per avere gravi conseguenze anche per chi abita vicino ai cantieri”.