L'enoteca di Gavi negli anni scorsi

Ci sono anche numerosi volumi del XVI secolo fra le migliaia di testi abbandonate in una serie di scatoloni nell’enoteca comunale di Gavi. Libri che l’amministrazione comunale guidata da Carlo Massa vuole salvare insieme a tantissimi documenti creando un archivio vero e proprio nei locali seminterrati di via Roma, sotto il palazzo della Principessa Gavina. Come è noto, circa dieci anni fa l’amministrazione Albano aveva ottenuto dall’impresa Bailo Costruzioni di Novi Ligure, in cambio del permesso di costruire riferito al palazzo, 450 metri quadrati, dei quali però il Comune non ha neppure mai avuto le chiavi. Il bene, del valore di oltre 200 mila euro, non era neppure stato inserito nel patrimonio comunale. Ora il Comune intende realizzare lì un archivio, per il quale servono circa 300 mila euro, cifra che è stata richiesta al ministero della Cultura attraverso la partecipazione a un bando pubblico.

Il palazzo costruito al posto dell’ex garage del Cit: il Comune vuole realizzare qui l’archivio comunale

Spiega l’assessore Francesca Regoli: “Quando ci siamo insedianti c’erano documenti sparsi in vari locali privati del paese per i quali il Comune pagava degli affitti e un fondo bibliografico ammassato nell’enoteca con settemila volumi. Per sistemare tutto questo materiale per legge si devono incaricare degli archivisti iscritti all’albo e il progetto deve essere autorizzato dalla Soprintendenza ai beni librari. Vanno inoltre utilizzati scaffali a norma”. Documenti e libri dovranno essere catalogati per poi essere inseriti in una banca dati nazionale per essere messi in rete: un lavoro notevole, al quale si devono aggiungere le spese per il sistema anti incendio dei locali di via Roma. “Prima ancora – prosegue Regoli – i documenti devono essere censiti per capire cosa conservare o meno. Per i libri c’è solo una sommaria suddivisione tra prima e dopo l’800, con circa cinquanta volumi risalenti al XVI secolo. La condizione di abbandono comporterà, soprattutto per questi ultimi, anche delle spese per il restauro e per la disinfestazione della carta, che può essere aggredita dalle tarme”.