Il fondo dell’Orba si abbassa sempre di più ma la Regione intende autorizzare nuovi prelievi di ghiaia nell’alveo. Lo evidenziano i circoli di Legambiente “Val Lemme” e “Ovadese e Valle Stura” a proposito del bando della Regione pubblicato per accogliere le domande di imprese ed enti pubblici per il prelievo di ghiaia, scaduto il 12 settembre. In tutto il Piemonte interessati 125 tratti di fiume.di questi, 33 sono in provincia di Alessandria nei torrenti Bormida, Tanaro, Scrivia, Lemme, Ardana, Borbera, Albirola, Stanavazzo, Curone, Riasco, Sisola, Staffora e Orba. Per quest’ultima, sono in programma otto interventi: uno a valle di Ovada, con l’asportazione di 8mila metri cubi di sedimenti, cinque a monte e a valle del ponte di Casalcermelli (50 mila metri cubi) e due a monte della confluenza con la Bormida a Castellazzo Bormida (20 mila metri cubi). La Lega, che governa la Regione con il centrodestra, sostiene che le asportazioni di ghiaia “servono a prevenire le alluvioni” e intende sensibilizzare i sindaci di tutti i Comuni sull’argomento, spingendo quindi a prendere sempre più materiale dagli alvei.
I due circoli di Legambiente hanno inviato le loro osservazioni al progetto della Regione e ricordano che “la direttiva tecnica in vigore nel bacino del Fiume Po prevede che, in assenza di un programma generale di gestione dei sedimenti, si possa asportare materiale dagli alvei esclusivamente in presenza di opere trasversali (ponti o traverse, ndr) o restringimenti dell’alveo o per esigenze di carattere idraulico in corrispondenza di centri abitati. I quantitativi di materiale estraibile per queste specifiche situazioni locali non possono essere superiori a 10 mila metri cubi e 20 mila metri cubi a seconda dei casi”. Inoltre, come rileva la Regione nel suo Vademecum sulla gestione degli alvei, il prelievo di ghiaia può erodere ponti, briglie e difese spondali. Soprattutto, per l’Orba, la maggior parte dei prelievi di ghiaia previsti, sostiene Legambiente, “sono distanti dai paesi e ci sono infatti difese spondali per lunghi tratti instabili o collassate, fenomeni che la rimozione di sedimenti potrebbe aggravare”. L’Aipo ha inoltre stabilito che il fondo dell’Orba “ha subito un processo di abbassamento considerevole, due-tre metri a Casalcermelli fino a cinque-sei metri metri alla confluenza del Bormida”.