Come noto, dal 21 luglio al 29 agosto, i lavori di manutenzione del ponte sul Po a Bressana
porteranno alla totale chiusura del traffico ferroviario, con gravi disagi agli utenti.
La Regione Liguria ha proposto come alternativa, accolta da RFI e Trenitalia, la deviazione dei treni regionali veloci (RV) da e per Milano via Novi- Alessandria-Mortara.
Rimarchiamo la necessità che tali treni effettuino fermata a Novi Ligure e Alessandria, oltre che a Ronco Scrivia e Arquata Scrivia, nell’interesse dei pendolari, certo, ma anche di Trenitalia e della stessa Regione Liguria.
È infatti evidente che ad essere interessati dalla problematica non sono solo i pendolari che
gravitano su Genova (città e comune), ma anche quelli delle aree più interne e della Città
Metropolitana di Genova. Ed è da rimarcare che la tratta non riguarda solo chi da Genova deve recarsi a Milano o viceversa, ma in misura non minore chi da Novi Ligure ed Alessandria gravita su Genova: non si tratta affatto di un numero esiguo di persone, per ragioni storiche, economiche, culturali e di abitudini consolidate.
Novi Ligure è stato per secoli territorio della Repubblica di Genova (si pensi anche solo a Paolo Da Novi, celebre Doge della Repubblica, o alla stessa dicitura di “ligure”, assegnata a Novi dal governo sabaudo come compensazione per lo “scippo” a favore del Piemonte del territorio dell’oltregiogo, effettuato dal ministro Rattazzi).


Il legame storico, a 2 secoli e 11 anni dal Congresso di Vienna, continua a pesare nelle abitudini e nelle scelte dei novesi, (oltre al legame culturale: il “nuvaize” è una lingua ligure) con circa il 60% del pendolarismo che gravita su Genova.
Anche Alessandria gravita in parte significativa sull’area metropolitana genovese, per ragioni economiche e di relativa vicinanza con il capoluogo ligure (Alessandria è sostanzialmente equidistante tra Genova e Torino, e dal punto di vista ferroviario leggermente più vicina a Genova).
Basta vedere l’affollamento sui treni regionali per rendersi conto di quanto sia alto il flusso
pendolare da e per Genova. Eppure, nonostante tali legami e i mutui vantaggi derivanti da essi, la Regione Liguria non si è mai adoperata con impegno per migliorare il servizio ferroviario tra le sopracitate località e il capoluogo ligure, servizio che necessiterebbe invece di numerosi interventi migliorativi.
Il servizio dei regionali veloci (RV) da e per Torino, usualmente via Mignanego, è in carico alla Regione Piemonte, la quale ha l’impegno di un servizio che per quasi metà del percorso interessa utenti gravitanti sulla Liguria; il servizio dei RV da e per Milano, anch’esso usualmente via Mignanego, in carico invece alla Regione Liguria, non prevede in diversi casi – cosa inspiegabile – le fermate a Ronco Scrivia; il servizio offerto sulla direttrice via Busalla-Isola del Cantone, infine, che interessa tutta la Val Polcevera (quindi una parte rilevantissima del territorio comunale genovese) e la Valle Scrivia – in carico invece alla Regione Liguria – oltre ad essere lacunoso e deficitario già di suo, con numerosissime carenze di servizio in diverse parti della giornata, assolutamente insufficiente nei sabati e festivi e del tutto assente nei serali, raggiunge Novi Ligure solo in alcune limitate fasce orarie!
Insomma, Novi è isolata da Genova più di quanto non siano Arquata o Sestri Levante, nonostante la forte domanda di servizio.
Le fermate dei RV da e per Milano a Ronco Scrivia, Arquata Scrivia, Novi Ligure ed Alessandria per il periodo di instradamento dei RV via Mortara ci sembra quindi una scelta doverosa, importante anche per il riferimento che rappresenta per la Regione Liguria l’oltregiogo e l’alessandrino, misura che non impatterebbe, se non in minima parte, sui tempi di percorrenza, con vantaggi per tutti: un “win to win”, insomma, come si direbbe oltre atlantico. Pensiamo anche che la contingenza attuale, e l’importanza che assume la linea AlessandriaMortara-Milano, debba rimettere in luce la necessità di “riprendere in mano” il progetto di raddoppio della tratta Mortara-Albairate. Un intervento di raddoppio che, a costi contenuti (a fronte di altri interventi infrastrutturali previsti ben più ingenti e meno prioritari), darebbe piena funzionalità alla linea, progetto che “giace nel cassetto”, purtroppo, da troppi anni.
Infine, dal momento che la presente lettera è scritta in collaborazione con l’associazione dei
pendolari della linea Milano-Mortara-Alessandria chiediamo, oltre a considerare l’opportunità di fare una fermata a Mortara (non sia mai che qualche ligure non debba recarsi in Lomellina), anche quella di considerare l’opportunità di una fermata a Milano San Cristoforo che, molto più di Milano Rogoredo, permette di arrivare in centro città in pochissimo tempo con la nuova linea metropolitana MM4.
Questo, a indiscutibile vantaggio di tutti, liguri, piemontesi e lombardi. In periodi di difficoltà conviene collaborare e aiutarsi trovando insieme soluzioni condivise, e non farsi guerre sterili e controproducenti che potrebbero creare fratture difficilmente ricomponibili.