Tocca all’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente, stabilire se la futura discarica di rifiuti di Sezzadio rischia di inquinare la falda acquifera di Sezzadio-Predosa. Lo ha stabilito il ministero della Transizione ecologica. A maggio lo stesso dicastero aveva richiesto alla Provincia di svolgere controlli sulla costruenda discarica poiché, come segnalato dal Comune, dall’autunno del 2019 per diversi mesi sul fondo della ex cava di cascina Borio si era creato un enorme lago: a detta dell’amministrazione comunale l’acqua proveniva dalla falda sottostante.

L’area di cascina Borio allagata prima dell’eliminazione da parte della Riccoboni

Ciò significherebbe che con il deposito dei rifiuti l’acqua potrebbe essere inquinata e così anche gli acquedotti dei paesi dell’Acquese. La Provincia, dopo quasi due mesi, ha risposto in sostanza che il rischio non esiste e che quindi non serve alcuna verifica poiché il lago sarebbe stato creato dalla pioggia, tesi sostenuta anche dalla Riccoboni, titolare dell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia nel 2016. A questo punto, il ministero della Transizione ecologica ha deciso di affidarsi a Ispra per la “verifica della sussistenza di eventuali situazioni di danno ambientale o di minaccia di danno ambientale, con indicazione delle eventuali misure di prevenzione o riparazione necessarie”. La tesi della Provincia sull’assenza di rischio al momento è stata quindi respinta.