Solo nel primo anno il piano industriale della Pernigotti prevede 5 milioni di euro di investimenti nella fabbrica di Novi Ligure. Un dato reso noto dalla senatrice Susy Matrisciano (M5s) dopo la nuova seduta odierna del tavolo sull’azienda novese, che solo un anno e mezzo fa doveva chiudere. L’annuncio arrivò il 6 novembre 2018: la dirigenza comunicò ai sindacato lo stop all’attività il mese successivo. Venti giorni dopo l’incontro il premier Giuseppe Conte convocò a palazzo Chigi la proprietà e lì nacque il percorso di reindustrializzazione che tra enormi difficoltà, scontri con il sindacato e scioperi delle maestranze, ha portato al risultato reso noto ieri, 17 giugno: zero esuberi e rilancio dello stabilimento, grazie all’impegno collettivo di lavoratori, sindacati e istituzioni. “Riconoscimento del valore storico del marchio Pernigotti, tutela dei lavoratori e realizzazione del piano industriale, che prevede fra l’altro il trasferimento dalla Turchia al Piemonte nello storico stabilimento dell’azienda, della produzione di creme spalmabili e tavolette di cioccolato. E’ la vittoria degli operai che hanno creduto fin dall’inizio in questa battaglia“, sostiene Matrisciano. “Grazie all’impegno del M5S, prima con il ministro Luigi Di Maio, ora con il ministro Stefano Patuanelli e la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde – aggiunge – siamo riusciti a individuare soluzioni capaci di mettere in sicurezza i lavoratori e un marchio, che racconta la storia delle nostre eccellenze, la nostra identità e tradizione dolciaria, nonostante un cambio nella proprietà di un’azienda, che ha portato il Made in Italy nel mondo”.
“Il piano industriale illustrato dalla società al governo oggi – continua la senatrice – prevede investimenti fino a 5 milioni di euro tra luglio 2020 e luglio 2021, per ammodernare impianti e consentire allo stabilimento di passare da una produzione stagionale ad una continuativa”. “La scelta della proprietà turca di trasferire a Novi Ligure la produzione di crema spalmabile e di tavolette di cioccolato con due nuove linee da affiancare a quelle di torrone e cioccolatini – aggiunge – assicura continuità occupazionale nel sito“. “E’ una notizia che ci consente di tirare un sospiro di sollievo, in questa fase così difficile per l’Italia, a riprova che il governo non ha dimenticato le aziende in crisi da prima che scoppiasse la pandemia. La composizione della vertenza Pernigotti dimostra che si continua a lavorare per il bene del Paese”, conclude. Di Maio aveva visitato la Pernigotti durante l’occupazione e aveva promesso il suo impegno a salvare la fabbrica e fu duramente contestato quando nei mesi successivi la situazione sembrò peggiorare ulteriormente.