La notizia è di questa sera, venerdì 27 settembre, la Pernigotti ha comunicato alla Spes di non voler proseguire la trattativa per il comparto cioccolato-torrone, i qui preliminari erano stati stipulati il 2 agosto scorso, in considerazione all’impossibilità di concludere l’accordo con Emendatori. Una doccia fredda che lascia la cooperativa Spes sconcertata considerato che fino a qualche giorno fa gli advisor e i legali di entrambe le società hanno lavorato per arrivare alla stesura definitiva del contratto che avrebbe dovuto essere firmato lunedì 30 settembre. “Certo avevamo capito, pur non ricevendo nessuna informazione ufficiale, che l’accordo tra Emendatori e Pernigotti fosse gravemente compromesso”, dice Antonio Di Donna Presidente di Spes, “ma speravamo che si trovasse una soluzione e che comunque l’accordo tra Pernigotti e Spes, non avendo evidenziato criticità, si potesse chiudere nel rispetto degli impegni sottoscritti”. La cooperativa negli ultimi sette mesi ha investito con serietà tempo e risorse ma oggi sembra che sia stato tutto inutile. Dice Di Donna: “sono profondamente deluso e dispiaciuto, il progetto di Spes avrebbe potuto rilanciare il sito produttivo.
L’assunzione di tutto il personale e la valorizzazione del territorio novese erano alla base di quanto ho avuto modo di rappresentare ai lavoratori la scorsa settimana. Ora ho il rammarico che tutto resti solo un’illusione per le persone che ho incontrato. Per rispetto dei lavoratori e delle istituzioni, nonostante il recesso inviatoci, saremo presenti all’incontro presso il MISE fissato per il 2 ottobre, in tale occasione ci aspettiamo di capire le reali ragioni che hanno portato Pernigotti a chiudere la trattativa anche con noi. Riteniamo valido oggi più che mai il nostro progetto il cui valore sociale mette al centro l’interesse di una comunità più che dei singoli e che rappresenta una vera opportunità per il rilancio del sito Pernigotti di Novi Ligure. L’impresa sociale Spes non si è tirata indietro e se ci saranno i presupposti è disponibile a riaprire la trattativa purché si definisca un percorso seriamente volto alla reindustrializzazione con impegni e tempi certi a tutela di tutti i soggetti coinvolti.