Vietato utilizzare l’acqua di 4 pozzi situati nei pressi della Sigemi. Lo stabilisce un’ordinanza firmata dal sindaco di Arquata Scrivia, Alberto Basso. Nei pozzi, tutti utilizzati per irrigare i terreni, sin dallo scorso anno sono stati trovati idrocarburi. L’allarme risale all’agosto del 2024, quando la Sigemi, titolare del deposito carburanti ormai dismesso, faceva sapere al Comune e ad altri enti che il proprietario dell’azienda agricola Fratelli Quaglia aveva segnalato la presenza di idrocarburi in un pozzo irriguo. Dalle analisi effettuate dalla stessa Sigemi nelle settimane successive emergeva che la causa dell’inquinamento era una perdita in un oleodotto localizzata presumibilmente al di sotto del punto vendita carburanti IP, lungo la strada provinciale 140. Sigemi provvedeva alla messa in sicurezza in emergenza e avviava la redazione di un piano di caratterizzazione, necessario a comprendere l’estensione dell’inquinamento e consegnato al Comune a dicembre. Il documento è stato quindi approvato dalla conferenza dei servizi alla fine di gennaio con la richiesta di integrazioni alla Sigemi. Alla fine, è emerso che i pozzi inquinati sono 4, presenti nelle aree di proprietà della Fratelli Quaglia, del Cociv e della ditta Perassolo. Nei confronti dei tre soggetti il Comune ha imposto il divieto di utilizzare l’acqua dei pozzi “almeno fino a che gli esiti analitici in conseguenza dell’attività di caratterizzazione e bonifica evidenzino il rientro dei valori CSC”, cioè delle soglie di contaminazione del suolo e del sottosuolo.