Sembra che sia proibito, almeno a Pozzolo, ai consiglieri comunali l’accesso ai cantieri del Terzo valico. Enrico Orlando ed Emanuela Garbarino, esponenti della minoranza, ci provano da quasi un anno e mezzo, precisamente dal 16 novembre del 2016, quando in Consiglio comunale il sindaco Domenico Miloscio si impegnò di fronte all’assemblea a organizzare un sopralluogo riservato ai consiglieri nei cantieri dell’alta capacità situati nel territorio pozzolese, il più martoriato fra gli undici Comuni interessati dalla Grande opera, fra opere di linea e cave di prelievo e deposito di smarino a rischio amianto, senza contare il traffico dei mezzi pesanti. Nell’occasione, il primo cittadino annunciò anche l’impegno a fissare un incontro tra il Consiglio comunale e il commissario di governo del Terzo valico, Iolanda Romano, per avere delucidazioni sui lavori. Dal giorno della seduta, però, nulla si è mosso in tal senso e Orlando e Garbarino hanno di recente nuovamente scritto al sindaco affinchè rispetti i suoi impegni. “Abbiamo sollecitato il sopralluogo – dice Orlando – per renderci conto e verificare di persona, in qualità di amministratori comunali, la situazione dei cantieri e il reale impatto dell’opera sul territorio. In questi decenni abbiamo visto solo carta e progetti. Credo che dovremmo dedicare altrettanto tempo a verificare sul campo ciò che fino a ieri ci è stato semplicemente illustrato. Nel rinnovare la richiesta inizialmente formulata nel corso del consiglio comunale dedicato al Terzo Valico tenutosi il 16 novembre 2016 – prosegue il consigliere – ho scoperto che in questo anno e mezzo nessun amministratore comunale di maggioranza e neppure gli organi comunali preposti alle verifiche hanno mai messo piedi nei cantieri”.
I cantieri aperti a Pozzolo sono la cava Romanellotta e il vicino deposito intermedio di smarino, i cantieri dei fronti di avanzamento della linea, in trincea e in galleria e i numerosi siti di deposito, fra cui la contestata cava Bettole a Bettole di Tortona, a ridosso delle abitazioni. Orlando vuole incontrare Iolanda Romano “per porre alla sua attenzione il problema principale che è quello dei controlli e del “chi fa cosa”. Mi pare ci sia parecchia confusione in materia. Ogni ente interessato, compresi gli uffici tecnici dei comuni di piccole dimensioni, cerca a fatica di fare la sua parte, facendo osservazioni e rilievi nelle varie fasi autorizzative, che poi si traducono in prescrizioni. Peccato che gran parte di tali disposizioni vengano disattese o quantomeno lasciate cadere nel nulla, senza che nessuno intervenga”. C’è poi l’aspetto dell’annunciato interramento della linea storica Novi – Tortona nel territorio pozzolese, previsto nel progetto definitivo dell’opera. “La linea – dice ancora Orlando – è attualmente interrotta, ma con l’eliminazione del cosidetto “Shunt” e la ventilata riattivazione dello scalo di Novi San Bovo, il traffico ferroviario destinato alle merci passerebbe ad una decina di metri dal nostro castello medioevale”. Infine, nell’auspicato incontro con il commissario, l’esponente della minoranza punta ad avere chiarimenti sulla delle cave e dei siti di deposito, il traffico e la viabilità. “Più che di progetto di “sviluppo” del territorio – conclude – mi occuperei più di salvaguardare e tutelare quello che ancora è rimasto da visitare nel nostro territorio e che i nostri antenati sono stati in grado di consegnarci”.