“Rita Semino quando era sindaco era a conoscenza dei viaggi all’estero e le spese erano verificate dalla giunta“. E’ la tesi della difesa di Giovanna Sutera, ex segretaria comunale di Gavi, a processo ad Alessandria insieme a Nicoletta Albano, ex vicesindaco e già primo cittadino, Pierpaolo Bagnasco, capo dell’ufficio tecnico, ed Eugenio Rabbia, ex consigliere comunale. Sutera deve rispondere di falso, favoreggiamento e peculato. Nell’udienza di ieri, 26 febbraio, ad Alessandria, la donna era assente giustificata e il suo legale, Marco Conti, ha depositato le dichiarazioni spontanee con cui la donna respinge le accuse mosse dalla Procura.
“La mia cliente – spiega Conti – non aveva alcun interesse a commettere i reati che le vengono attribuiti. Per quanto riguarda il falso, le firme dei consiglieri comunali presentate in occasione delle dimissioni, il 24 gennaio 2020, sono tutte vere e Sutera ha attestato che erano state presentate tutte insieme. Rispetto allo stesso reato, riferito però alla commissione elettorale del 15 gennaio precedente, la seduta doveva semplicemente aggiornare l’albo degli elettori e degli scrutatori. Secondo l’accusa, quella seduta era stata convocata per mettere in difficoltà Rita Semino ma non è così: è stato un atto senza discrezionalità politica. Oltretutto, quest’ultima quel giorno non si è presentata poichè, come si è scoperto dopo, non voleva farsi visitare dal medico chiamato dalla Albano”. L’obiettivo di Albano era ottenere le dimissioni della Semino, deceduta nel 2024, per motivi di salute ed evitare l’arrivo del commissario prefettizio, così il Comune sarebbe stato guidato dal vicesindaco fino alle elezioni.
Sutera è inoltre accusata di favoreggiamento: interrogata per cinque ore dai carabinieri dopo il blitz in municipio a Gavi il 22 gennaio 2022, quando uscì dalla caserma di Novi Ligure chiamò al telefono la dipendente comunale Manuela Figheti sostenendo, secondo la Procura, di aver fatto “la fata smemorina”, cioè di essere stata reticente dimenticandosi volutamente di dire certe cose per favorire la Albano. “Invece – sostiene Conti – la frase va letta interamente: la mia cliente ha detto “ho fatto la figura della fata smemorina”, cioè non si è ricordata di alcuni regolamenti comunali”.
Rispetto al peculato, l’ex segretaria comunale è accusata di aver autorizzato i rimborsi a favore della Albano per spese che nulla avevano a che fare con l’attività istituzionale, come l’acquisto di beni come cibo per cani e viaggi all’estero. Ad Albano sono stati sequestrati 80mila euro. “Giovanna Sutera – dice ancora il suo avvocato – non aveva alcun interesse a commettere i fatti attribuiti poichè non era una dipendente nè un’amica della Albano, solo uno degli amministratori degli 11 Comuni per cui lavorava. Inoltre, come si spendono i soldi in un Comune lo decide la giunta. Se si spende male e troppo non è colpa del segretario, che può solo eseguire senza decidere. Non solo: le autorizzazioni del sindaco alla trasferte fatte dalla Albano ci sono. Come faceva Semino a non sapere? Albano a Parigi era stata anche con Manuela Fighetti. Il sindaco non poteva ignorare“.
Nella prossima udienza del 9 aprile inizierà la discussione, che terminerà il 7 maggio con la sentenza.