Il sogno, fin da bambino quando modellava finti dolci con il fimo, la pasta per modellare, è sempre stato quello di diventare maestro pasticcere.
Oggi Nicolò Capatti di Novi Ligure ha solo 21 anni, ma è già un grande pasticcere, o meglio, uno “scultore di torte”, cresciuto alle corti dei maestri Gualtiero Marchesi e Iginio Massari. Da qualche giorno si trova per il periodo estivo come primo pasticcere a Mikonos, in un resort frequentato anche da vip in visita alla splendida isola delle Cicladi. Sua, ad esempio, è stata la gigantesca torta da 600 porzioni, preparata in occasione della recente festa dell’Arma dei carabinieri ad Alessandria.
Come Nicolò stesso spiega, diventare pasticcere oltre che una vocazione è stata quasi una salvezza. “A causa di una patologia ossea congenita – racconta – scoperta però quando avevo circa 10 anni, ho iniziato a distrarmi anche durante le cure, seguito da mio padre Patrizio, da mamma Teresa e da mio fratello maggiore Simone. Ho cominciato a usare il fimo, avendo però come modelli di riferimento, torte e pasticcini. È stata una guarigione molto difficile dopo l’intervento subito nel 2009, sempre in caduta e mai in salita. Il brutto è stato pensare di non riuscire ad uscire dal tunnel. È stata la voglia di diventare pasticcere che ha contribuito a salvarmi”-.
La passione è rimasta intatta, fino a diventare una professione. La formazione di base è stata fornita dall’istituto alberghiero Santa Chiara di Tortona, sotto la guida della preside Cristina Montagnoli, prima mentore di Nicolò Capatti. Poi ha cominciato subito a fare sul serio.
“Mi sono iscritto alla scuola di Gualtiero Marchesi – prosegue Nicolò – alla scuola Alma nella reggia di Colorno in provincia di Parma. A quel punto fui prescelto, dopo averne fatta richiesta, per lo stage con Iginio Massari”-.
Alla fine del percorso, che per la verità è ancora all’inizio rispetto alle grandi ambizioni, il diploma a pieni voti e dopo un anno di codocenza al Santa Chiara, c’è ancora qualcosa che Nicolò vorrebbe realizzare nella sua Novi. “Aprire una pasticceria tutta mia – dice sibillino – con l’aiuto della mia famiglia. Ma per il momento, per scaramanzia, preferirei aspettare ad entrare nei particolari”-.