“Tutto si è svolto a norma di legge e quindi a tutela dell’ambiente e della collettività”. I vertici di Srt si sono difesi così ieri sera, nella sala consiliare di Novi Ligure, durante la commissione Ambiente convocata dal presidente Francesco Andronico, su richiesta del sindaco Rocchino Muliere, per fare chiarezza sulle indagini in corso riferite allo scandalo delle Ecoballe provenienti dalla Campania e smaltite illecitamente negli impianti di deposito e trattamento dei rifiuti del Nord, con un ingente guadagno a favore degli organizzatori del traffico, secondo la procura di Brescia.
“Il coinvolgimento della nostra società – ha spiegato il presidente Alberto Mallarino – è legato alla convenzione stipulata nel 2013 con Aral per il trattamento del rifiuti indifferenziato. Srt non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, neppure il direttore Andrea Firpo nè responsabile degli impianti Claudio Cattaneo”. Mallarino ha ribadito la volontà di denunciare gli organi di stampa che hanno parlato dell’arresto e persino chi ha scritto certi commenti sui social network. Firpo e Cattaneo sono però realmente indagati e il pm ne aveva effettivamente chiesto l’arresto, richiesta respinta dal gip di Brescia, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato altri soggetti ai domiciliari, come il capo impianto dell’Aral di Castelceriolo, Giuseppe Esposito, e l’imprenditore lombardo dei rifiuti Paolo Bonacina, considerato l’ideatore del traffico di rifiuti.
Firpo e Cattaneo sono accusati in concorso di aver violato la normativa ambientale, precisamente di aver messo in piedi “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”, in quanto, secondo la procura bresciana, avrebbero, in difformità alle autorizzazioni rilasciate dalla Provincia per le discariche consortili di Novi Ligure e Tortona, omesso di verificare le caratteristiche dei rifiuti arrivati dall’impianto dell’Aral, favorendone lo smaltimento illecito. Il gip evidenzia come Srt, nella figura di Firpo e Cattaneo, aveva l’obbligo di verificare le analisi fatte nell’impianto di Castelceriolo ma ha respinto la richiesta di arresto sia perché non è dimostrato che i due abbiano agito in maniera consapevole né esiste il pericolo di reiterazione del reato.
Aral e Srt, come è stato spiegato in commissione a Novi Ligure, avevano stipulato un accordo in base al quale la seconda conferiva a Castelceriolo 60 mila a tonnellate annue di rifiuti indifferenziati da trattare per essere trasformati in fos destinato alle discariche di Novi e Tortona, come disposto nello stesso anno dal ministero dell’Ambiente e dopo che l’impianto di trattamento di Srt (il tritovagliatore di Tortona) non era più utilizzabile. La quantità di fos destinato alle due discariche consortili era pari a 90 mila t annue ma da subito, come ha spiegato Mallarino, ci sono stati problemi, rappresentati dai forti odori segnalati dalla popolazione. Srt ha intensificato i controlli sul rifiuto e anche respinto alcuni carichi e segnalato la situazione alla Provincia. “Uno dei problemi – ha spiegato ancora Mallarino rispondendo alle domande dei consiglieri 5 stelle e di Maria Rosa Porta – era ed è dovuto al fatto che Srt prevede una “maturazione” del fos in 90 giorni, mentre Aral impiega solo 21 giorni. Assicuro che a Novi come a Tortona non è stato conferito alcun materiale sospetto, nessuna ecoballa. Impossibile la falsificazione dei codici dei rifiuti durante la ‘filiera’”. Il presidente di Srt, insieme a Firpo, ha evidenziato come i controlli da parte dell’Arpa sull’impianto avvengano tramite una serie di pozzi piezometrici intorno alle discariche: “I tecnici dell’agenzia trascorrono quasi quattro mesi all’anno nei nostri impianti. È tutto in regola”.