Sono passati poco meno di quattro anni da quando, durante la presentazione della lista durante la campagna elettorale per le comunali del 2016, Nicoletta Albano abbracciava pubblicamente Rita Semino nel salone dell’asilo Principe Oddone in vista dell’elezione dell’assessore uscente e sindacalista Cisl. La “nonna sindaco” aveva 82 anni all’epoca e sbaragliò l’avversario, Mario Compareti, doppiandolo in termini di voti: 1.600 contro 800. Circa la metà dei voti ottenuti dalla lista vincente arrivarono dalla Albano, poi vicesindaco, che in questi quattro anni, come avviene da un quarto secolo, è stata il vero primo cittadino, che usufruisce come vuole dell’ufficio del sindaco, del quale, si dice, la Semino non abbia mai avuto le chiavi. Del resto, appena vinte le elezioni, al giornalista che chiedeva a che punto era la formazione della giunta comunale, Semino rispondeva candidamente: “Fa tutto la Nicoletta”. In tanti, a questo punto, si chiedono perché, viste le mani libere che ha sempre avuto e la scadenza elettorale fra circa un anno, l’ex consigliere regionale abbia spinto il sindaco a firmare le dimissioni il 29 dicembre scorso, documento che doveva essere protocollato il 31 gennaio prossimo, nelle intenzioni della Albano.

La caserma dei carabinieri di Gavi

Un comportamento che, secondo quanto emerso ieri, la vede indagata per concussione, reato che, fonte Codice penale, “viene attribuito al pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce una persona a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad altri, denaro o altra utilità”. Le indagini dei carabinieri sono ancora in corso e fino a ieri non sono emersi particolari ulteriori sulle contestazioni mosse alla Albano ma in paese, nei giorni precedenti il 29 dicembre, girava la voce insistente che la Semino non si voleva dimettere ma che, in qualche modo, sarebbe stata indotta a farlo, a poco più di 12 mesi dalla fine del mandato. Il 28 dicembre diceva che non avrebbe affatto firmato alcun documento del genere. Invece, il giorno successivo, ha sottoscritto il documento in municipio. Ieri, in municipio e in casa del vicesindaco sono stati sequestrati documenti, cellulari e pc. A oggi non si sa se l’autore dell’esposto che ha dato il via all’indagine sia la stessa Semino. In caso di condanna, chi commette il reato di concussione è punito con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi.