Il Piota a Silvano d’Orba è sempre più a rischio a causa della centrale idroelettrica di località Pieve. A dirlo sono enti locali e associazioni dopo la richiesta della Noviconsult di far funzionare anche in estate l’impianto, cancellando la prescrizione della Provincia, inserita nell’autorizzazione, che impone lo stop da maggio a ottobre, per evitare che il tratto di torrente interessato non venga prosciugato dal prelievo di acqua, realizzato con una briglia e una condotta forzata lunga 1,4 km. La società di Basaluzzo, fra le motivazioni che usa per giustificare la proposta, c’è addirittura la tutela del Piota. Infatti, prelevando acqua in estate ci sarebbe un rilascio di 650 litri al secondo, così da “tutelare al meglio l’ambiente acquatico e la naturalità del tratto interessato”. Per la Regione, la richiesta “potrebbe incidere, in qualche misura, sul livello di qualità del paesaggio di riferimento”. Il sindaco Pino Coco spiega: “L’area del Piota in questione fa parte del Corridoio ecologico, quindi è in qualche modo tutelata, e ci sono convenzioni e norme da rispettare. La nostra posizione è contraria”.

La scala di risalita per i pesci lungo la traversa della centralina sul Piota

Anche Legambiente Ovadese dice no: “L’impianto presenta numerose e gravi criticità già segnalate più volte, come l’elevata quantità di acqua prelevata annualmente rispetto alla quantità totale di acqua portata dal Piota: già con l’autorizzazione oggi vigente, sottrae una portata media annua (compresi i mesi di attuale fermo impianto) di 1.400 litri al secondo rispetto al totale di duemilasettecento litri al secondo, cioè il 51,9%”. L’associazione ricorda che lo studio preliminare ambientale redatto dalla stessa Noviconsult, indica che con prelievo estivo “la produzione aumenterebbe del 20% rispetto a quella attuale, e pertanto anche l’acqua prelevata aumenterebbe del 20% rispetto a quella prelevata attualmente. Si passerebbe così a un prelievo annuale del 62,2%, aggravando ulteriormente la situazione attuale, già particolarmente critica proprio nei mesi estivi”. Infine, Legambiente chiede controlli sul rispetto del fermo della centrale: “A causa delle numerose segnalazioni durante il 2018 e già nel maggio 2019, si chiede di voler verificare, eventualmente anche attraverso i dati di produzione da richiedersi al Gse, se la prescrizione di sospensione dell’attività di derivazione da maggio a ottobre sia attualmente rispettata”. Si attende la convocazione della conferenza dei servizi.