Atteso da mesi, è arrivato il nome del commissario governativo che dovrà guidare il Cociv, il consorzio incaricato da Rfi, cioè dallo Stato, di realizzare il Terzo valico dei Giovi.
Il prefetto di Roma si è finalmente pronunciato positivamente rispetto alla richiesta di parlamentari, sindaci e amministratori locali in genere di togliere dalle mani della dirigenza del consorzio guidato da Impregilo la costruzione della linea ferroviaria ad alta capacità. Dirigenza che era stata sostituita dopo il blitz delle Procure di Roma e Genova di ottobre con decine di arrestati, molti dei quali ai vertici del Cociv stesso ma verso la quale la fiducia era comunque ridotta al minimo. Il commissario è Marco Rettighieri, che ha già ricoperto incarichi per l’Expo di Milano e nell’Atac a Roma. Nato nel 1958, romano, due lauree, viene considerato un gestore di processi complessi riferiti anche ai trasporti. Ha già avuto a che fare con le ferrovie come direttore generale operativo di Italferr. E soprattutto con l’alta velocità in Val Susa. Insegna alla Business School dell’università Luiss di Roma.
È l’uomo che dovrà far ripartire i cantieri dopo che il Cociv ha cacciato, a quanto pare in autotutela, dopo gli arresti, molte aziende appaltatrici, anche se in queste settimane l’attività in alcuni siti è proseguita (attendiamo da giorni una risposta in tal senso dall’altro commissario del Terzo valico, Iolanda Romano). L’obiettivo di Rettighieri e del governo è rifare le gare al più presto per riavviare effettivamente l’opera entro la fine dell’anno, considerando che si vuole avviare lo scavo del tunnel di valico verso Genova al più presto. Restano però aperti i problemi della gestione dell’amianto, della tutela delle sorgenti degli acquedotti e della mancata approvazione dell’ultima versione del piano cave e del piano del traffico. Il rischio, con vari siti non disponibili, è che il Cociv (o meglio, Rettighieri) non sappia dove mettere lo smarino.