La diffusione di cinghiali e caprioli sul territorio non è casuale, c’è qualcuno che ha un interesse alla loro proliferazione. È quanto, in soldoni, ha detto sabato scorso a Carrega Ligure, l’assessore regionale alla Caccia, Giorgio Ferrero, intervenuto all’incontro dedicato al futuro Parco dell’Alta Val Borbera. L’esponente della giunta Chiamparino ha risposto in questo modo al vicepresidente della Provincia, Federico Riboldi, il quale, pur dicendosi favorevole al Parco, ha sottolineato le difficoltà causate dalla fauna selvatica, lupo compreso, a chi decide di vivere sull’Appennino, agricoltori e allevatori in particolare. “Il proliferare di cinghiali e caprioli – ha detto Ferrero – non è casuale, ci sono soggetti interessati alla loro macellazione”. Parole che si possono considerare un’accusa bella e buona al mondo della caccia, o almeno a una parte di esso, che non vive l’arte venatoria come una semplice passione ma solo come un business a carico della collettività: a pagare i danni all’agricoltura causati da caprioli e cinghiali sono infatti le casse dello Stato.

L’assessore Ferrero (a sinistra), con il sindaco di Carrega Marco Guerrini e il primo cittadino di Vignole Giuseppe Teti

Il sindaco Marco Guerrini ha proposto il Parco proprio per contrastare il proliferare di cinghiali e caprioli, che da anni mette in grosse difficoltà non solo e poche aziende agricole rimaste nel paese dell’Alta Val Borbera ma anche i semplici cittadini che non riescono neppure a fare un orto senza dover cintare i terreni. Con la creazione dell’area protetta verranno infatti attuati dei piani di controllo della fauna selvatica proprio come avviene in tutti i parchi regionali mentre a oggi, lamenta da sempre Guerrini, l’Atc non fa abbastanza per risolvere il problema. Secondo Bruno Morena, presidente regionale di Federcaccia, la tesi di Ferrero è sbagliata poiché “i cacciatori non sono certo dei commercianti, vanno a caccia solo per divertirsi, non certo per poi commercializzare la carne. La proliferazione di queste specie avviene per cause naturali”.