Quali controlli erano previsti sul cantiere della Lavagnina? I componenti del Consiglio delle Aree protette dell’Appennino Piemontese attendono risposta dall’amministrazione dell’ente dopo il disastro ambientale avvenuto a Casaleggio Boiro, nel torrente Gorzente, a causa dello sversamento di un’enorme quantità di fango dall’interno della diga, a giugno. Il fango avrebbe dovuto rimanere nell’invaso grazie a una paratia che non è mai stata costruita da Iren, che sta sistemando la diga. Il gestore dell’invaso avrebbe dovuto rilasciare entro marzo solo circa 3mila metri cubi di materiale. Nella seduta di mercoledì 28 agosto i toni sono stati piuttosto accesi nei confronti della gestione del cantiere aperto lo scorso anno dalla Iren e sui controlli che, sulla carta, dovevano essere messi in pratica dal personale delle Aree Protette per far rispettare le numerose prescrizioni stabilite a tutela dell’habitat e dei pesci del lago e del torrente a valle. Il Consiglio ha quindi chiesto al direttore, Andrea De Giovanni, una relazione dalla quale emerga, tra l’altro, “in quale momento e quale dipendente si sia accorto per la prima volta del danno ambientale cagionato dallo sversamento“. A giugno, infatti, l’allarme sulla cancellazione dei laghetti a valle della diga a causa del fango era stato lanciato sui social da un guardiaparco che però era in ferie. Durante la seduta il consigliere Francesco Arecco ha contestato al direttore il fatto che, nonostante lo sversamento di fango sia andato avanti per giorni, nessun guardiaparco in servizio abbia fatto segnalazioni. I consiglieri hanno quindi chiesto di sapere “quali misure l’ente ha preso a seguito dello sversamento per minimizzare i danni e poi procedere alle verifiche e alle eventuali sanzioni“. Il presidente Danilo Repetto ha ribadito che a breve verrà conferito un incarico a dei tecnici universitari per conoscere il tipo di materiale che è stato sversato nel Gorzente e ha annunciato un incontro con Iren. Quest’ultima, come richiesto dai consiglieri, dovrà presentare in tempi stretti una relazione sui lavori effettuati sulla diga, sullo sversamento dei fanghi e sulle soluzioni proposte per minimizzare il danno e per il ripristino. Iren dovrà esibire i documenti sul monitoraggio del lago della Lavagnina e in particolare le misurazioni e le analisi dei fanghi presenti, oltre agli atti relativi allo stato di sicurezza del lago della Lavagnina. Stesse richieste anche per i laghi del Gorzente, situati a monte della Lavagnina, nel territorio di Bosio. Iren ha già ottenuto l’autorizzazione a svuotare il lago Lavezze e si teme un disastro simile a quello avvenuto due mesi fa.
Precisazione del Consigliere Francesco Arecco dopo la seduta del Consiglio: “Io non so se qualche dipendente delle Aree protette si sia accorto prima dello sversamento di fango e abbia preso provvedimenti. Ho chiesto insieme agli altri consiglieri una indagine in merito a chi se ne sia accorto per primo e quando”.