Stop alla discarica Riccoboni e al Terzo valico. Ancora una volta i cittadini, e una ventina di sindaci, chiedono alla politica provinciale e non solo di cambiare rotta rispetto ai due progetti scellerati che, nel caso dell’alta capacità ferroviaria, stanno già creando non pochi problemi al territorio. La richiesta è arrivata dalla manifestazione che si è svolta oggi ad Alessandria in nome della tutela dell’acqua e della salute, messe a rischio dai rifiuti previsti sopra le falde acquifere di Sezzadio dalla Riccoboni e dall’amianto ed agli schiumogeni sparsi sul territorio dai cantieri del Terzo valico.
Nel mirino dei poco meno di 2 mila manifestanti, “armati” di fischietti, nasi blu (a testimoniare l’importanza dell’acqua) striscioni e tanti slogan, che hanno percorso le strade del capoluogo provinciale come un anno fa, in particolare il Partito democratico, al governo sul territorio provinciale, in Regione e a Roma, grande sostenitore della Riccoboni e del consorzio Cociv. Tra gli amministratori locali che hanno sfilato, i sindaci di Acqui Terme, Castelnuovo Bormida, Rivalta Bormida, Alice Bel Colle, Terzo, Strevi, Morsasco, Cassine, Sezzadio, Ricaldone, Cavatore, Castelspina, Castelletto d’Erro. I 5 stelle, da sempre oppositori di tali progetti, hanno schierano l’europarlamentare Tiziana Beghin, il senatore Marco Scibona, il consigliere regionale Paolo Mighetti e vari consiglieri comunali alessandrini e di altri centri. Presente anche il consigliere regionale Massimo Berutti (Forza Italia), nonostante il suo partito da sempre sostenga il Terzo valico.
“Siamo di nuovo in strada a manifestare – ha detto Urbano Taquias dei comitati di base della Valle Bormida – contro il Pd, Rita Rossa e la politica marcia di questo paese. Non permetteremo mai che la falda di Sezzadio-Predosa, da cui si alimentano 50 mila persone, venga inquinata dai veleni della Riccoboni. Abbiamo già cacciato i tecnici dell’azienda lo scorso autunno, quando sono venuti a Sezzadio per gli espropri per la tangenziale e siamo pronti a rifarlo, così come per lo smarino del Terzo valico (previsto nella cava di Opera pia, ndr). Siamo pronti a fare le barricate”. Per Claudio Sanita dei comitati No Terzo valico, chi governerà Alessandria dopo l’11 giugno, dopo l’auspicata “defenestrazione” del Pd, dovrà “uscire da ogni tavolo dedicato alla costruzione del Terzo valico, far deliberare al Consiglio comunale la contrarietà del Comune al Valico chiedendo al contempo al governo di fermare l’opera e l’annesso sperpero di soldi pubblici. Infine, ordinare lo stop ai conferimenti di smarino nelle cave alessandrine”. L’auspicio, anche se non esplicitato, è che a palazzo Rosso siedano i 5 stelle, che alle elezioni candidato l’architetto Michelangelo Serra, presente al corteo.
A dare un supporto ai manifestanti anche Alberto Perino, simbolo della lotta No Tav in Val Susa, insieme a Nicoletta Dosio. “Ci saremo sempre – ha detto Perino – insieme a voi contro chi vuole uccidere il popolo in nome dei soldi”. A testimonianza di quanto, soprattutto in Val Bormida, la questione sia sentita, anche la presenza di oltre 40 trattori in rappresentanza di altrettante aziende agricole che temono anch’esse l’inquinamento della falda profonda a causa della Riccoboni e del Cociv. A Roma, Torino e Alessandria continueranno ancora a far finta di nulla come hanno fatto finora?