La composizione del futuro Consiglio delle Aree protette dell’Appennino Piemontese è, sulla carta, definita poiché i Comuni e le associazioni hanno designato i loro rappresentanti in attesa della nomina da parte della Regione, dalla quale si attende anche il nome del futuro presidente. Il Comune di Carrega Ligure ha designato Gianni Chiesa, già vicepresidente delle Aree protette; Bosio ha proposto Gianni Repetto, già presidente del Parco Capanne di Marcarolo tra il 2001 e il 2011; le associazioni ambientaliste hanno chiesto la conferma di Giacomo Briata mentre quelle agricole hanno proposto l’imprenditore vitivinicolo di Bosio Roberto Ghio.


Cinque i candidati alla presidenza: Danilo Repetto, presidente uscente; Marco Moro, allevatore della Val Borbera, già nel Consiglio decaduto a metà gennaio; Enrico Fornasiero, ex vicesindaco di Mornese; Alfio Mazzarello, esponente di Forza Italia di Ovada; e Gianni Repetto, già designato da Bosio come consigliere. In teoria, le maggiori possibilità dovrebbe averle Moro, indicato dai Comuni di Bosio e Carrega Ligure e sostenuto anche da altri sindaci anche in vista di un’alternanza tra i territori alla guida dell’ente ma l’ultimo atto deliberato da Danilo Repetto nelle vesti di commissario lascerebbe intendere una sua riconferma: ha infatti rinnovato il direttore, Andrea De Giovanni, per altri cinque anni. L’incarico a De Giovanni sarebbe scaduto il 15 febbraio e poteva essere rinnovato o meno dal futuro Consiglio oppure semplicemente prorogato per un breve periodo. Soprattutto per quanto riguarda la vicenda della Lavagnina e le carenze nella gestione del Parco dell’Alta Val Borbera De Giovanni era finito nel mirino dei consiglieri, tanto che lo scorso autunno il consigliere Francesco Arecco ne aveva chiesto la sostituzione in vista della scadenza e il Consiglio precedente non aveva rinnovato il direttore preferendo lasciare la palla ai futuri amministratori.


Ora però il commissario lo ha prorogato per il periodo massimo previsto, un quinquennio, motivando la sua scelta, tra l’altro, con il fatto che De Giovanni “ha sempre avuto valutazioni positive rispetto all’operato, come risulta dalle deliberazioni de Consiglio”.
Gianni Chiesa commenta: “Repetto va contro l’opinione espressa chiaramente dal Consiglio, approfittando della sua assenza, per prendere decisioni importantissime per l’ente e che non competono certo a un commissario che deve traghettare da un Consiglio a quello successivo. Confermare per cinque anni, il massimo di legge, un direttore il cui operato deve essere valutato dal prossimo Consiglio è una grave ipoteca sul futuro delle Aree protette. Chiediamo la revoca del provvedimento in via di autotutela e che la Regione intervenga prontamente”.