Il Forte di Gavi (foto di Matteo Gandetto)

Riceviamo e pubblichiamo:

I circa 4 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato per il Forte di Gavi sono sicuramente un rilevante investimento pubblico e quindi, come tale, una grande opportunità che il territorio non deve perdere. La sicurezza ha certamente la priorità, ma anche investire per aumentare gli spazi aperti al pubblico non è da trascurare, considerando che ormai, da troppo tempo, solo una piccola parte del Forte è di fatto visitabile. Infatti, sono ancora molte le limitazioni per poter accedere, ad esempio, ai Bastioni di San Giovanni, di Santa Maria, di San Bernardo e anche all’antico torrione dello Stendardo. Vi sono poi, come sappiamo, i magazzini e gli alloggi militari situati nell’Alto Forte, così come ve ne sono anche nelle due Cittadelle (alto e basso forte) che nascondono entrambe antiche celle dove venivano rinchiusi i prigionieri. Magazzini e stanze di detenzione che in parte sono state rese inagibili anche da tonnellate di detriti (come si dice a Genova, “zetti”) che alcune imprese edili, assegnatarie dei lavori di manutenzione degli anni ’80 e ’90, hanno lasciato nel Forte invece di smaltirli correttamente. Sarà doveroso, quindi, investire anche per risanare questi locali sotterranei, sia della Cittadella e sia dell’Alto Forte, per mettere a disposizione dei visitatori nuovi e suggestivi percorsi di visita, attraverso passaggi debitamente illuminati, utilizzabili anche per scenografici spazi espositivi.  Ciò non toglie che dopo aver soddisfatto queste priorità, si possa anche investire per abbattere le “barriere architettoniche” esistenti, entro le quali, a mio avviso, dovrebbe entrare a pieno titolo anche il progetto per un piccolo impianto di risalita con un “ascensore inclinato” (tipo quello adottato dal Forte di Bard).

Lascensore inclinato del Forte di Bard (fonte Maspero Elevatori)”

Un investimento che con molto meno di un milione di euro potrebbe diventare esso stesso un notevole “oggetto” di richiamo turistico per il territorio. In definitiva un’occasione da non perdere malgrado le oggettive difficoltà che potrebbe comportare l’avviamento di un simile progetto. Difficoltà superabili coinvolgendo tutti gli attori interessati: il Comune e le associazioni del territorio, i privati interessati dall’esproprio ma anche quei soggetti privati (e a Gavi sono molti) che si sono sempre dimostrati disponibili a sostenere, in maniera tangibile, iniziative a favore del territorio. Certo, tutti problemi da risolvere e sui cui bisognerà lavorare e impegnarsi a tempo pieno. Rinunciare, visto anche il budget messo a disposizione dallo Stato, sarebbe come declinare un’occasione che potrebbe rilanciare significativamente lo sviluppo economico di questa valle. Non vorrei qui citare in maniera inopportuna il “modello Genova”, ma visto che in fondo si tratta del futuro di un’antica fortezza “genovese”, varrebbe la pena di ricordarlo, non fosse altro come esempio per riuscire a superare i limiti che l’ortodossia burocratica solitamente impone, lasciando invece spazio ad una “visione” concertata e sinergica a beneficio del futuro di Gavi e del suo territorio.

Armando Di Raimondo.