I lavori, appaltati a novembre, sono stati consegnati e il cantiere è ripartito. Come evidenzia la Provincia, la costruzione centro di documentazione della Benedicta, a Capanne di Marcarolo è ricominciata. La struttura da 1,5 milioni di euro sta sorgendo accanto ai ruderi della cascina distrutta nella Pasqua del 1944 dai nazifascisti. Dovrà essere, secondo i promotori (Regione, Provincia, Unione montana Dal Tobbio al Colma, Associazione Memoria della Benedicta), “un luogo di conservazione e valorizzazione delle testimonianze e del materiale d’archivio della guerra e della Resistenza, oltre che della storia e della cultura delle popolazioni del Parco della Capanne di Marcarolo”. A novembre l’appalto del secondo lotto era stato vinto dall’impresa pugliese Manutenzioni srl, di Molfetta, e la Provincia aveva annunciato che i lavori sarebbero partito nei primi mesi del 2020.
Quando tutto sembrava pronto, è arrivata l’emergenza coronavirus a far rinviare l’apertura del cantiere di un’opera contestata da più parti per i costi, oggetto di interrogazioni presentate in Consiglio regionale, e per la sua presunta inutilità. Il cantiere del primo lotto, oltretutto, era partito nel 2011 ma dopo poco tempo l’impresa era stata “cacciata” dalla Provincia per inadempienze ed era fallita poco dopo. Poi erano mancati i soldi, stanziati solo lo scorso anno dalla Regione (500 mila euro) e dalla Provincia la quale, non avendo i 250 mila euro in cassa, ha ceduto all’impresa di Molfetta una casa cantoniera nel Comune di Ponti. I 750 mila euro si aggiungono così agli 810 mia già spesi per il primo lotto.