Nei boschi del nostro Appennino, in particolare in Val Borbera, dove vive, è molto difficile vederlo poiché è un animale elusivo con abitudini notturne. E’ il gatto selvatico europeo, tutelato dall’Ue in quanto specie “quasi minacciata” dopo essere stato ridotto verso l’estinzione a causa del commercio della sua pelliccia. E’ riconoscibile grazie alla coda tozza “clavata” con punta nera e da altre caratteristiche del colore del pelo.

Dal 2018 i naturalisti Paolo Rossi e Nicola Rebora lo hanno cercato e trovato grazie alle fototrappole piazzate tra Val Borbera, Val Trebbia e Val Boreca. Cinque anni dopo, con le immagini raccolte hanno pubblicato il libro “Il gatto dei boschi” e ora, con quegli stessi scatti, hanno deciso di allestire una mostra dal titolo omonimo, che sarà inaugurata venerdì 13 giugno a Bosio, alle 21, nella sede delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese: 30 foto dedicate al Felis silvestris silvestris, corredate da una breve descrizione, esposte fino al 30 settembre nella sala conferenze di via Umberto I, 51.

Le Aree Protette Appennino Piemontese hanno siglato con il Museo di Storia Naturale della Maremma un protocollo di intesa per l’adesione al progetto “Gatto Selvatico Italia” sviluppato assieme all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e al Ministero per la Transizione Ecologica con lo scopo di raccogliere dati sulla presenza del felino sul territorio nazionale.