“Caro ministro, ti scrivo”: lettera aperta sulla gestione del Forte di Gavi

L’autore, Armando Di Raimondo, scrive a Roma per rompere il silenzio caduto sulla fortezza, chiusa nei fine settimana a causa dei tagli alle spese

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Il Forte di Gavi (foto di Matteo Gandetto)

Calo nei visitatori nonostante eventi di grande richiamo, secondo gli organizzatori; ripetute chiusure nei fine settimana anche nella stagione turistica; l’illuminazione artistica spenta, anche quando in paese ci sono eventi importanti; il rapporto tra il Polo museale e le associazioni locali è quasi del tutto inesistente. E il contorno non è da meno, con la mulattiera in condizioni pessime da almeno cinque anni. Il quadro del Forte di Gavi è sempre a tinte fosche. Armando Di Raimondo, tra i fondatori dell’associazione Amici del Forte, da anni si batte per dare visibilità a questa magnifica fortezza, chiedendo a più riprese, per esempio, che i cannoni che riportano l’effige della Repubblica di Genova, tenuti in un magazzino del Museo dell’artiglieria a Torino, vengano portati nel Forte. Ora Di Raimondo ha deciso di scrivere al Ministro per i Beni e le Attività Culturali una lettera aperta sulla difficile situazione del Forte.

Lettera aperta al Signor Ministro per i Beni e le Attività Culturali

Gavi è fortezza famosa in Italia, meritatamente stimata chiave della Liguria nella parte settentrionale; essendo inespugnabile è quasi inaccessibile per l’altezza de’ gioghi, sopra quali è fondata. Difende sì compitamente la strada della Lombardia che non è possibile passarvi d’appresso senza tributarle riverenza e timore.” Così il Reverendo Padre Antero Maria da San Bonaventura, dell’ordine degli Agostiniani Scalzi, autore del famoso saggio su “Li Lazzaretti della Città e Riviere di Genova del 1657”, passando da Gavi nel 1658 non poté fare a meno di notare la grande Fortezza Genovese che sovrastava l’antico Borgo e rimanerne colpito e ammirato.

Un tributo che fa onore alla storia di Gavi e a quella del suo Forte ma che oggi, purtroppo, ha perso significato perché l’antica fortezza genovese sembra sia stata un po’ dimenticata. Il Forte, infatti, viene ormai ricordato solo in circostanze promozionali come è accaduto in una recente manifestazione svolta all’ombra del Forte dal titolo emblematico di “Gavi sotto il Forte”. Altrettanto emblematica è stata la presentazione del libro di David Guss “Un uomo in fuga”, un volume che principalmente tratta della fuga organizzata da Alastair Cram proprio dal Forte di Gavi ma che si è dovuta tenere presso l’enoteca del Paese, invece che nella sua sede deputata. Gavi in effetti è sotto il Forte ma non può accontentarsi di vivere solo della sua ombra dimenticando che l’antica Fortezza Genovese appartiene a Gavi e insieme rappresentano un binomio inderogabile. Tutti si sono dati da fare, l’Associazione Amici del Forte, il Consorzio Tutela del Gavi, insieme a molti privati e gruppi di volontariato locale. Infatti, numerosi soggetti hanno cercato di contribuire con pubblicazioni e manifestazioni per promuovere la conoscenza della storia del Forte e del suo Borgo che insieme rappresentano un binomio perfetto, storicamente connesso a l’intero territorio. Iniziative che purtroppo non sono riuscite a sensibilizzare le istituzioni preposte alla gestione del Forte con investimenti, anche di privati, per creare sviluppo economico per il territorio.

Forse è per questo che bisognerebbe pensare ad una gestione meno burocratica e decentralizzata, dove l’inefficienza è sempre giustificata dalla mancanza di risorse finanziarie e dove è legittimo pensare che solo riducendo i costi per le manutenzioni, l’illuminazione, il personale e limitare le aperture al pubblico (quasi mai di domenica) si possa salvare il bilancio. Con questo tipo di “visione” non si salverà il bilancio e tantomeno la conservazione del Forte. È vero invece l’opposto, investimenti in cultura e creatività sono la chiave di volta in tutti i settori produttivi, compreso il turismo. Fra i vari convitati chi ha sicuramente meno vincoli è il Comune di Gavi, il quale, per sua natura, possiede anche una maggiore conoscenza e sensibilità del territorio che amministra. Comune che, come si è detto più volte, sarebbe anche il titolare storico del Forte (non a caso si chiama Forte di Gavi) che potrebbe, volendo, coinvolgere soggetti privati che hanno sempre dimostrato di avere a cuore lo sviluppo di questo territorio, come (ad esempio) tutte le aziende che fanno parte del Consorzio del Gavi Docg.

Genova, 18 agosto 2019

Con osservanza, Armando Di Raimondo