A marzo erano stati stanziati altri 70 mila euro in aggiunta ai 57 mila precedenti per i lavori della caserma dei carabinieri di Gavi, destinata comunque a essere venduta e abbattuta, secondo le intenzioni della maggioranza deliberate nel 2013. Da settimane però l’intervento non va avanti: nessun operaio è presente nel cantiere di piazza Dante, allestito a dicembre ma partito solamente a marzo. Da allora è stato rifatto l’intonaco dell’edificio e il tetto è stato ricoperto di tegole. Abbiamo chiesto al vicesindaco Nicoletta Albano il motivo del fermo dei lavori, a che punto siano e quanto è stato speso finora, quanto sarà la spesa complessiva e con quali tempi. La risposta è stata tutt’altro che dettagliata: “Stiamo aspettando di posizionare i serramenti. Successivamente procederemo alla tinteggiatura della facciata con il nuovo colore scelto”.
Tutto ciò a fronte delle voci diffuse in paese sulle presunte difficoltà economiche a proseguire l’intervento, messo in atto dall’amministrazione comunale solo dopo che il generale Mariano Mossa, comandante della Legione Piemonte e Valle d’Aosta, a settembre aveva annunciato il trasloco dei militari a Mornese. Il motivo erano la condizione fatiscente della caserma (caduta dell’intonaco dal tetto, infiltrazioni di acqua, ecc) e la mancata sede alternativa per i militari, dal 2013 più volte annunciata dal Comune senza aver mai concretizzato nulla. Negli anni scorsi, inoltre, più di 900 gaviesi avevano chiesto di lasciare la caserma in piazza Dante, sottoscrivendo la petizione organizzata dai consiglieri comunali Livio Destro e Manuela Barisone, richiesta inascoltata dalla maggioranza che non ha mai ritirato la delibera del 2013. Nel piano regolatore, infatti, è previsto sin dal 2010, dopo la cessione ai privati, l’abbattimento e la ricostruzione con cubature tre volte maggiori per realizzare un palazzo residenziale. A settembre Albano aveva promesso al generale Mossa anche la disponibilità per i carabinieri anche della vicina sede dell’Antincendi Boschivi (Aib). Ora il vicesindaco spiega: “Il tetto di questo immobile deve essere sistemato poiché è stato riscontrato uno sfondamento del tetto, in un primo tempo non rilevato, e si rende, di conseguenza, necessario procedere al suo risanamento”. Tempi più lunghi anche in questo caso.