Il Forte di Gavi cerca un nuovo direttore. Anna Maria Aimone, in carica dalla fine del 2017, è stata trasferita a Cuneo, all’archivio di Stato, e ora la Direzione regionale dei musei del Piemonte ha pubblicato un bando riservato al personale del Ministero per i beni e le attività culturali, che scade fra quindici giorni. I circa tre anni di permanenza della dottoressa Aimone al Forte sono stati purtroppo contrassegnati da un brusco calo dei visitatori e dall’allontanamento delle associazioni e degli enti locali dal Forte. Non solo gli Amici del Forte, associazione fondata nel 2007 proprio allo scopo di valorizzare la fortezza gaviese, ma anche il Consorzio tutela del Gavi, che proprio nel 2017 aveva indicato il Forte come luogo dove svolgere i suoi eventi. Nell’ultimo decennio erano state proprio le realtà locali a valorizzare questo monumento: dalle barriere installate nell’area della Polveriera grazie al Lions club Gavi e Colline del Gavi, alla Prisma impianti di Basaluzzo e al Rotary Gavi Libarna, alle rievocazioni organizzate dagli Amici del Forte, con centinaia di visitatori per ogni evento. Con la direzione della Aimone tutti o quasi sono “fuggiti”. Gli eventi organizzati dal Polo Museale in questi tre anni, comprese le mostre d’arte moderna, si sono rivelate un fiasco. La direttrice non ha voluto contribuire alla battaglia decennale degli Amici del Forte per far arrivare a Gavi i cannoni custoditi nel magazzino della caserma Amione di Torino e aveva annunciato una commissione di “esperti”, con nomi famosi, per studiare come rilanciare il Forte, commissione di cui si è persa traccia.

Un evento nel Forte

Impossibile anche ripristinare l’illuminazione artistica della fortezza, spenta da anni per carenza di fondi. In tre anni, come si diceva, i visitatori sono crollati: nel 2017 erano stati circa 10 mila, scesi a 6.800 nel 2018. nel primo semestre del 2019 appena 3.169 biglietti staccati contro i 3.537 di un anno prima. A ostacolare l’afflusso di pubblico anche le chiusure del Forte per molti fine settimana l’anno, causate ormai da tempo dalla carenza di personale. Nel 2020 ci si è messo anche il coronavirus. Aimone ha sostenuto invece che era il territorio a non rispondere ai suoi appelli per il Forte: “Ho proposto aveva detto in conferenza stampa nel settembre del 2019 – il vino del Forte, l’amaro del Forte con le erbe che crescono qui e anche il miele del Forte: non ho avuto riscontri da nessuno. Eppure, io sono sempre disponibile”. La direttrice era stata riconfermata a Gavi a marzo, nonostante i risultati negativi, ma successivamente è stata trasferita. Ora si attende il successore, che dovrà tra l’altro affrontare un altro nodo, il più grande: i soldi che lo Stato avrebbe messo a disposizione per la cremagliera prevista per collegare Gavi alla fortezza. Aimone aveva parlato di circa 4 milioni di euro ma nessuno, finora, ha visto uno studio di fattibilità o un progetto.