Le banche hanno ridotto i fidi, il parco mezzi è troppo vecchio e servono soldi per acquistare nuovi bus in vista delle gare per la riassegnazione del servizio di trasporto pubblico. La situazione del Cit di Novi Ligure non si prospetta facile in futuro, nonostante gli sforzi compiuti e programmati dal 2016 in poi dal nuovo cda guidato dall’avvocato Giuseppe Licata, che in commissione Bilancio del Comune di Novi ha spiegato lo stato dell’arte della sua opera di risanamento. Un incarico conferitogli dai soci, cioè i 17 Comuni componenti del consorzio di trasporto, impresa che si occupa anche di pompe funebri e gestione dei parcheggi novesi. Il Cit nei mesi scorsi ha varato un piano di ristrutturazione da 2 milioni di euro e ha un deficit di 460 mila euro. Da quanto emerso in commissione il consorzio, secondo Licata, “ha un parco mezzi costituito da 41 bus ma molti sono obsoleti e causano un aumento delle spese per le riparazioni e per il consumo di carburante. Oltretutto, il responsabile dell’officina si è licenziato, abbiamo assunto un meccanico part time e un ex autista, qualificato, è passato anch’esso a questa mansione ma abbiamo dovuto esternalizzare parte di questi interventi. Quando sono arrivato al Cit, nel 2016 – ha proseguito Licata, rispondendo alle domande dei consiglieri Lucia Zippo e Fabrizio Gallo (M5s) -, erano nove anni che non si affrontava il tema del rinnovo dei mezzi. Ora prevediamo, nel piano di ristrutturazione, di acquistare almeno dodici nuovi mezzi entro il 2023, anche perché in queste condizioni sarà difficile ottenere affidamenti in occasione delle gare”.

La presentazione del piano di ristrutturazione del Cit nel novembre scorso

La gara per affidare il trasporto pubblico locale dovrebbe svolgersi quest’anno ma il Cit ha bisogno di soldi per acquistare i mezzi: il piano da 2 milioni di euro approvato dai sindaci necessita di un aiuto finanziario dalle banche che, al momento, hanno stretto i cordoni della borsa, come ha detto Licata: “Prima avevamo due fidi, da 200 mila e da 250 mila euro, ora solo uno da 150 mila, con qualche problema di liquidità”. “Le banche non prestano quasi più soldi – ha chiesto il consigliere Costanzo Cuccuru (Fi) – gli automezzi sono vetusti e i costi di gestione crescono. Che prospettiva ha il Cit?”. L’assessore al Bilancio Simone Tedeschi ha risposto: “I soci si sono impegnati a ripianare per tre anni le perdite del Cit per 1,3 milioni sui 2 milioni previsti. Il resto deve essere trovato. Arquata ha proposto che i Comuni soci offrano garanzie alle banche, per esempio per acquistare i bus nuovi. Stiamo valutando”. Licata ha quindi ricordato gli sforzi compiuti da due anni a questa parte tagliando i costi, a cominciare dalla fine del rapporto di lavoro con il direttore generale Collareta nel 2017, che costava al Cit 220 mila euro annui e che come buonuscita si è preso altri 95 mila euro. I dipendenti fino al 2016 erano 51, ora sono 45 e altri 11 verranno tagliati, senza licenziamenti, entro il 2023. il taglio, considerato eccessivo dal consigliere Alfredo Lolaico (Pd), non riguarderà gli autisti ma solo il personale amministrativo.