Ok a strade e teleferiche nei boschi della Val Gallina ma vanno tutelate rane, salamandrine e geotritoni. Le Aree protette dell’Appennino Piemontese hanno autorizzato la realizzazione delle piste di accesso alle zone boscate di Cosola acquistate dalla società Il Nocciolo di Alessandria e da altre imprese dalla Comunità montana, dall’Istituto per il sostentamento del clero e da alcuni privati. L’obiettivo è il taglio di una parte di boschi per produrre pellet, operazione che necessita anche dell’installazione di otto teleferiche a cavallo del rio Cosorella per il trasferimento del legname. La società alessandrina ha ottenuto dei fondi regionali per questa operazione partecipando a un bando per la rivitalizzazione dei boschi. L’intervento avrà però ricadute di carattere ambientale la zona di protezione speciale “Massiccio dell’Antola, Monte Carmo e Monte Legnà”, istituita dall’Unione europea tra i territori di Cabella e Carrega, per questo l’Appennino Piemontese ha redatto una valutazione di incidenza insieme all’Ipla (Istituto regionale per le piante da legno e l’ambiente) che stabilisce come l’operazione sia fattibile a patto che venga rispettata una lunga serie di regole per tutelare specie animali e vegetali. Lo studio era stato chiesto in particolare dal Comitato per il territorio delle Quattro Province, che da anni segue l’iter del progetto. Le teleferiche, con le loro funi, non dovranno creare problemi ai volatili e il taglio dovrà essere sospeso dal 1° aprile al 15 giugno fino a mille metri di quota e dal 1° maggio al 15 luglio per quote superiori nei periodi di nidificazione dell’avifauna.
Prima ancora dell’avvio del cantiere dovranno essere tenuti sotto controllo gli anfibi e i loro siti riproduttivi, monitoraggio che dovrà essere effettuato da esperti erpetologi. L’Appennino Piemontese ha richiesto particolare attenzione per la rana italica, la salamandrina e il geotritone e dovranno essere creati siti di riproduzione e rifugio per le specie presenti, come piccole pozze perenni e vasche di raccolta dell’acqua. Il cantiere potrà operare nel periodo più siccitoso dell’anno, da metà luglio a metà settembre, oppure a dicembre, considerati quelli con la minore mobilità degli animali, cioè quando gli anfibi potranno più facilmente essere catturati e spostati altrove. Chieste tutele anche per gli antichi castagni e gli invertebrati che vivono nelle loro cavità. Il Comitato per il territorio delle Quattro Province commenta: “Pur ribadendo la nostra posizione critica nei confronti di un’operazione di compravendita che, per quanto in sé legittima, determina un’alienazione di ambienti e risorse naturali storicamente parte del vissuto comunitario (vanificando così la possibilità di una gestione delle stesse da parte di chi abita il territorio), dobbiamo altresì rilevare come la presenza di un corridoio ecologico e di una gestione dello stesso affidata alle Aree Protette dell’Appennino Piemontese rappresenti in qualche misura una garanzia per una gestione naturalistica e sostenibile delle risorse forestali, pur nel contesto di uno sfruttamento delle stesse finalizzato al business delle biomasse, la cui sostenibilità è tutt’altro che accertata”.