L'emergenza idrica dello scorso anno a San Cristoforo

Giallo sull’aiuto che Tagliolo Monferrato doveva dare ai Comuni di Castelletto d’Orba, Parodi Ligure, Montaldeo, Mornese e San Cristoforo per cercare di contrastare l’emergenza idrica in corso ormai da dieci giorni. Le ordinanze di non potabilità dell’acqua nei cinque paesi (oltre 4 mila persone) del consorzio Madonna della Rocchetta, almeno fino a oggi, sono ancora in vigore: la quantità di manganese è rientrata nei limiti di legge mentre resta alto il livello del ferro. Il motivo è l’elevata torbidità delle acque del Lago della Lavagnina, da cui si alimenta l’acquedotto consortile nei periodi di siccità, accanto al tradizionale approvvigionamento dalla sorgente lungo il Piota.

Il Lago della Lavagnina

La scorsa settimane era stato annunciato dell’acqua di Tagliolo: mischiando le acque si voleva ottenere una diminuzione dei metalli. In realtà, secondo Elio Bricola, presidente del consorzio Madonna della Rocchetta, “non risulta che nel nostro acquedotto sia arrivata l’acqua di Tagliolo. Dai dati in possesso, certificati da Iren, risultano sempre 6 litri al secondo, nulla di più. Gli impegni presi la scorsa settimana non hanno avuto seguito, come si evince da questa situazione. Oltretutto, dalla vasca dell’acquedotto di Tagliolo continua a uscire acqua in eccesso,a dimostrazione che i consumi non sono aumentati rispetto a prima. Nell’incontro con l’Ato, i sindaci e la Provincia abbiamo chiesto che i tre prelievi di acqua dal Piota (Madonna della Rocchetta, Tagliolo e Lerma) avvengano senza sprechi, al di là della situazione di crisi attuale”. Il consorzio, insieme ai tecnici di Gestione Acqua, gestore dell’acquedotto di San Cristoforo, Castelletto d’Orba e Parodi, ha installato nella vasca principale della condotta, in località Lavagnina, uno strumento che inietta nell’acqua minime quantità di cloruro di ferro, allo scopo di diminuire la torbidità e quindi i metalli. Stamattina in programma un nuovo prelievo di acqua e altre analisi.

Giorgio Marenco, sindaco di Tagliolo, dice: “Il nostro intervento, richiesto la scorsa settimana, è stato eseguito. Noi attingiamo da una briglia sul Piota e abbiamo quindi regolato l’afflusso di acqua rilasciandone una maggiore quantità nel torrente, quindi verso la sorgente del consorzio, a valle della nostra. Per il resto, non possiamo certo far mancare l’acqua agli abitanti di Tagliolo”. Gli abitanti dei cinque paesi in emergenza possono bere solo l’acqua delle sacche distribuite e delle cisterne sistemate nelle piazze.